Le premesse sembravano buone e lasciavano intravedere un esito positivo per la vendita di ciò che restava dell’area ex Eaton. Nuovi investimenti e assunzioni, il recupero di un lotto rimasto vuoto troppo a lungo. Ma alla fine si è ripetuto uno schema già visto in passato, come con Sanac: nessuna delle tre manifestazioni di interesse presentate al Consorzio Zona industriale apuana si è tradotta in una vera offerta. L’asta, quindi, alla fine è andata deserta. Ne ha preso atto l’amministratore unico, Norberto Petriccioli, a conclusione di un lungo iter tecnico e burocratico con l’epilogo che si è risolto il 7 ottobre quando sul portale scelto dal Consorzio Zia per la gestione dell’asta non è arrivata alcuna offerta.
La procedura di vendita era entrata nel vivo ad aprile. Rispetto ai circa 13mila metri quadrati a disposizione era permesso realizzare un capannone pari al 50 per cento della superficie esistente. Prezzo a base di asta 1,650 milioni di euro Il bando, su mandato dell’assemblea dei soci, era stato quindi elaborato con una lunga lista di vincoli e criteri il cui obiettivo è appunto cercare di trovare imprenditori interessati a investire sul territorio e a lungo termine, garantendo occupazione, partendo prima di tutto da una raccolta di manifestazioni di interesse, non vincolante per il Consorzio Zia, per poi procedere alla gara comparativa vera e propria. Per poter partecipare gli imprenditori dovranno presentare un piano industriale pluriennale indicando le fasi di realizzazione e di edificazione dell’impianto, non oltre i 18 mesi dalla vendita, e completarli al massimo in tre anni garantendone la tenuta in funzione per almeno 5, indicando il numero esatto di assunzioni equivalenti a tempo indeterminato, da mantenere anch’esse sempre per 5 anni. Vincoli stringenti che, se non rispettati, aprivano persino le porte a un annullamento dell’aggiudicazione permettendo al Consorzio Zia di rientrare in possesso della proprietà. Forse troppo stringenti visto che alla fine non è arrivata alcuna offerta vincolante per l’acquisto nonostante le tre manifestazioni d’interesse entro giugno.
Ora si apre un’altra partita. Le regole dicono infatti che, in caso di mancata vendita entro il 31 dicembre, l’intera proprietà dovrebbe passare nelle mani della Regione Toscana. C’è da capire se si tenterà un ulteriore tentativo, più rapido, magari con nuove regole entro fine anno ma la palla passa nella mano dell’assemblea dei soci formata da Regione, Comuni di Massa e Carrara, Provincia, Camera di Commercio e Autorità portuale.
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