Con il via libera del Consiglio dei Ministri, la nuova manovra di Bilancio può dirsi licenziata. Adesso inizia l’iter di approvazione, che porta alla conversione in legge del decreto e all’entrata in vigore della manovra. Dobbiamo essere sinceri: si tratta di una manovra che, al contrario di come sembrava dovesse nascere e in base alle critiche mosse dalle opposizioni, riserva piacevoli sorprese per la collettività.
Dovevano esserci aumenti delle tasse, e invece diventano strutturali alcuni tagli molto attesi.
Non ci dovevano essere tasse o prelievi per le banche, e invece vengono previsti, anche se in forma diversa. La sanità doveva essere penalizzata, e invece arrivano stanziamenti. E in più, incentivi per le imprese che assumono, bonus per famiglie e figli, ritocchi a meccanismi di imposizione piuttosto particolari e finanziate alcune misure di pensionamento anticipato o agevolazioni del welfare per le famiglie.
Ma quali sono le 5 misure più importanti per famiglie, lavoratori e imprese introdotte dalla manovra?
Manovra di Bilancio, ecco le 5 misure più importanti per famiglie, lavoratori e imprese, soldi in arrivo
La manovra ha ricevuto il via libera del Consiglio dei Ministri. Per il 2025, 30 miliardi di spesa: questo è il costo della manovra, che prevede pure 35 miliardi per il 2026 e 40 miliardi per il 2027. Come funziona adesso l’iter? Il testo è atteso, in primo luogo, dal solito passaggio alla Camera dei Deputati. Il testo della manovra dovrà arrivare in aula a Montecitorio entro il 20 ottobre.
Per i lavoratori, sono due le novità che possono essere considerate principali. La prima riguarda il taglio del cuneo fiscale. In effetti, come promesso, il taglio del costo del lavoro diventa strutturale.
Per i lavoratori con redditi fino a 20.000 euro si dovrebbe confermare il taglio di 7 punti percentuali sui contributi a carico del dipendente, che dal 9,19% passa quindi al 2,19%. Per redditi superiori e fino a 35.000 euro, il taglio da contributivo dovrebbe trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35.000 euro.
Poi, inizierebbe a calare il vantaggio con il meccanismo del decalage, per arrivare a non essere più previsto per redditi oltre i 40.000 euro.
Benefit aziendali detassati, pensioni prima confermate e altri sostegni al mondo del lavoro e fiscale
Nella riforma rientrano anche il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2025-2027, la conferma della tassazione agevolata dei benefit delle aziende ai lavoratori in misura pari al 5% fino a 3.000 euro annui e la detassazione totale dei fringe benefit fino alla soglia dei 2.000 euro.
Confermate, sempre in materia di lavoro, le misure di pensionamento anticipato che dovevano invece scadere il 31 dicembre 2024. Quindi, ancora una volta, via libera alle pensioni anticipate a 63,5 anni dell’Ape sociale alle regole di oggi. Stessa cosa per la pensione a 62 anni di quota 103 e dello scivolo contributivo per le lavoratrici conosciuto meglio come opzione donna.
Tra lavoro, redditi e tassazione, ecco sopraggiungere anche la conferma strutturale dei tre scaglioni IRPEF. Infatti, diventa definitivo il passaggio sperimentale del 2024 da 4 a 3 scaglioni di IRPEF. Anche nel 2025, per i redditi fino a 28.000 euro, l’aliquota sarà del 23%, per poi salire al 35% per il secondo scaglione e per la parte di redditi sopra 28.000 euro e fino a 50.000 euro. Infine, il 43% per la parte di reddito ulteriore e superiore a 50.000 euro con il terzo scaglione.
Se i risultati economici del concordato preventivo biennale saranno positivi (al momento le adesioni sono scarse ma c’è tempo fino al 31 ottobre salvo proroghe da parte del governo), non è abbandonata l’idea di portare dal 35% al 33% l’aliquota del secondo scaglione e di innalzare da 50.000 a 60.000 euro il limite più alto dello stesso secondo scaglione.
Bonus per le famiglie, ancora Carta Dedicata a Te e nuovo Bonus Bebè, ecco cosa c’è nella manovra di Bilancio
Per le famiglie, due novità importanti arrivano dalla manovra di Bilancio.
E sono due novità a sorpresa, perché fino a ieri non c’erano tracce. Parliamo del fatto che l’Assegno Unico e Universale sui figli a carico esce fuori dal calcolo dell’ISEE. Cioè non inciderà più sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente che serve alle famiglie per l’accesso a tutte le prestazioni agevolate e i bonus presenti. Bonus che in manovra non mancano.
Per esempio, in attesa che si capisca meglio il meccanismo, la manovra torna a una sorta di Bonus Bebè. Una misura che richiama il vecchio premio per le nascite di Berlusconi, quando arrivavano bonifici a firma dell’allora Presidente del Consiglio come premio per aver ridato slancio alla natalità nel Paese. Si parla di un nuovo premio da mille euro una tantum per i neonati.
Un bonus più alto anche del Bonus Bebè introdotto negli anni successivi dal governo Renzi, che sul finire della sua applicazione valeva 80 euro al mese fino a 12 mesi di vita del neonato. Inoltre, con 500 milioni viene rifinanziata anche per il 2025 la carta acquisti. Parliamo della social card chiamata “Carta Dedicata a Te”, che serve alle famiglie con reddito fino a 15.000 euro per fare la spesa di prodotti alimentari, rifornimento di carburante o acquisto degli abbonamenti al trasporto pubblico.
Un benefit che, per esempio, da qualche settimana è arrivato sulle card dei beneficiari, con una ricarica da 500 euro per il 2024. Che sia la stessa cifra per il 2025 lo diranno solo i giorni a venire.
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