Ordinanza anti-malamovida a Bari, buona la prima per le misure adottate dal sindaco Vito Leccese. «Iniziamo a vedere i primi miglioramenti – dichiara l’avvocato Mauro Gargano, presidente del comitato per la salvaguardia della zona Umbertina – anche se siamo ancora in via sperimentale e per sradicare certe abitudini ci vuole molto tempo».
I divieti
I divieti previsti dal provvedimento firmato dal primo cittadino riguardano la fetta di città compresa tra il rione Madonnella e il Murat e, in particolare, gli esercizi commerciali che si trovano nell’area delimitata da secondo corso Cavour, lungomare di Crollalanza, via Goffredo di Crollalanza, corso Sonnino e via Cardassi. La zona negli ultimi anni è stata interessata dall’apertura di numerosi locali di food and beverage, che hanno oltrepassato quota settanta locali in pochi metri quadrati.
I residenti
I residenti, riuniti nel comitato guidato da Gargano, hanno chiesto al Comune di prendere iniziative incisive per contrastare gli effetti negativi della malamovida, soprattutto quella giovanile. Tra gli episodi denunciati dagli abitanti del quartiere Umbertino ci sono soprattutto gli schiamazzi fino a notte tarda, con il superamento della soglia dei decibel oltre cui la legge parla di inquinamento acustico, ma non solo. Nel corso degli anni sono stati documentati atti vandalici, l’aumento dei rifiuti abbandonati dopo le serate tra drink e alcol, bisogni espletati all’interno dei cortili dei condomini fino allo spaccio e al consumo di stupefacenti. Una situazione divenuta drammatica anche per gli esercenti, che, chiamati a raccolta dal nuovo sindaco, hanno dato la propria disponibilità a trovare soluzioni per ridurre i disagi. Da qui la lunga serie di faccia a faccia tra amministrazione comunale, comitato e i rappresentanti delle categorie che è sfociata nell’ordinanza firmata giovedì scorso da Leccese. Il provvedimento impone il divieto di vendita e somministrazione di bevande dalle 23 alle 7 in settimana e dalle 24 alle 7 dal giovedì al sabato; lo stesso divieto nei dehors dalle 24 alle 7 dalla domenica al mercoledì, prevedendo la consumazione esclusivamente all’interno dei locali, che dovranno comunque avere porte e finestre chiuse, così come dal giovedì al sabato, quando il divieto parte dall’1. L’ordinanza dispone la chiusura delle attività commerciali alle 2, estesa alle 6 nel caos di dotazione di certificato di insonorizzazione. Infine, è stata vietata qualsiasi tipo di concessione, tavoli, sedie, ombrelloni e dehors.
Il primo test
La prima prova pare essere stata superata, nonostante le normali difficoltà legate ai tempi ristretti – solo qualche ora – per adeguarsi alle nuove misure introdotte dal provvedimento. «Abbiamo visto dei miglioramenti – spiega Gargano – ma ci sono ancora alcuni giovani che stazionano in alcune aree. È chiaro che per sradicare una cattiva abitudine, che è quella della permanenza esterna e del rumore antropico, ci vuole molto tempo. Anche l’Arpa ha accertato che nella nostra zona si superano spesso i 71 decibel e questo genera l’inquinamento acustico che darebbe ai residenti la possibilità di fare causa al Comune. Noi, però, vogliamo soltanto che si rispettino le regole». I problemi principali, fa chiarezza il presidente del comitato, sono legati «ai piccoli ristoratori che fanno tutto all’esterno, scaricando sulla collettività gli oneri della loro attività. I grandi ristoratori, invece, pagano le imposte legate all’occupazione di suolo pubblico e questa disparità non ha senso». Ristabilire le regole nel quartiere Umbertino è dunque «nell’interesse di tutti». «La malamovida – prosegue Gargano – nasconde molteplici aspetti criminogeni, come ha anche avuto modo di spiegare la Dda, a partire dallo spaccio di droga. Molti ristoratori concordano che la eccessiva presenza di insediamenti crei una serie di problemi, come l’igiene e la sicurezza e anche gli stessi ragazzi hanno paura ad uscire nell’Umbertino». «L’ordinanza – conclude – deve naturalmente ancora essere metabolizzata per dare agli esercenti la possibilità di assumere i comportanti in linea con i presupposti del provvedimento».
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