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“100mila euro destinati ai più fragili” #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Bergamo. In Consiglio Comunale approdano le delibere relative al rinnovo della convenzione tra Teatro Donizetti e Comune di Bergamo, Tari e Imu, Fondo di Solidarietà e riqualificazione area ex Sace. Le prime tre passano all’unanimità, mentre la discussione si accende, ripartendo da quella fatta in sede di Commissione, sulla trasparenza del Fondo voluto dal Comune a favore del sostegno dei cittadini colpiti dall’alluvione di inizio settembre.

Durante la seduta di Consiglio Comunale, una sospensiva di dieci minuti per una mozione presentata da Alberto Ribolla, consigliere della Lega, riguardo la delibera sulla deroga per la riqualificazione dell’area ex Sace a fronte di un ricorso effettuato dalla società proponente il progetto, ricorso del quale, come racconta l’ex deputato “non c’è traccia nel documento e non è stato fatto presente in sede di Commissione”. Mozione che verrà bocciata e che porterà comunque alla discussione del testo introdotto dall’assessore competente, Francesco Valesini, non prima dei richiami e all’appunto sulla poca trasparenza sollevati dalla minoranza.

Rinnovo convenzione Fondazione Teatro Donizetti e Comune di Bergamo

Sul rinnovo della convenzione tra Palazzo Frizzoni e la Fondazione del Teatro Donizetti per l’affidamento di due locali presenti all’interno di Casa Suardi. Il contenuto della delibera è introdotto dall’assessore Sergio Gandi: “Parliamo di un atto molto semplice, ovvero dell’inclusione, tra gli immobili del teatro, di un addendum che fa riferimento in quello di Casa Suardi. specifico che sin dall’inizio, gli stessi non erano volutamente stati occupati, rispetto alla funzionalità degli archivi della biblioteca, in virtù di un accordo che mirava a lasciarli ad uso del Teatro. Ai tempi della chiusura di quest’ultimo, per via del restauro, il Donizetti aveva infatti già spostato l’attività culturale al Teatro Sociale, facendo uso di Casa Suardi grazie ad un collegamento diretto e dei locali in oggetto come backstage e backoffice. Il canone resta fisso a 200mila euro, come del resto già pattuito. Si tratta di un documento che di fatto conclude un percorso di fatto già iniziato”.

Fondo di Solidarietà

L’assessore al Bilancio Sergio Gandi presenta la delibera con la quale si chiede di rattificare una variazione d’urgenza di Bilancio, del valore di 250mila euro, già stata discussa e approvata in sede di Giunta relativa al Fondo di Solidarietà creato in conseguenza dell’alluvione di inizio settembre.

“Siamo assolutamente a favore dello stanziamento dell’importo – così il consigliere della Lega Alberto Ribolla -, come del resto avevamo già fatto presente in occasione del Consiglio straordinario del 29 settembre. Torno però a ribadire la richiesta di istituire fondi e sgravi fiascali a favore non solo dei cittadini, ma anche delle attività commerciali”. Sulla stessa linea il consigliere della Lista Pezzotta Antonio Deleuse Bonomi: “Non entro nel merito della bontà dell’operazione, ma credo che una cosa sia costituire un fondo, un altro regolarmentarlo. Mi sembra che analizzando quest’ultimo aspetto si dica poco o niente. Mi chiedo perché i fondi, anziché essere gestiti direttamente dal Comune, vengono trasferiti ad un soggetto terzo, quali saranno i criteri che muoveranno le erogazioni e perché il comitato di coordinamento non abbia una delega espressa per disporre delle somme in questione. Non sono nemmeno previste le misure iniziali, e faccio riferimento ai metodi e ai termini. Mi sarei aspetatto, proprio perché parliamo di una situazione emergenziale, di regole più chiare e dirette. Detto che la scelta fatta dall’amministrazione è assolutamente positiva e sacrosanta, ritengo che questo sia solo il primo dei tanti passi che devono essere fatti. Penso infine che ci sia una cessione di potere da parte del Comune. Non è vero, come è stato detto in Commissione, che serve una variazione di Bilancio per ogni conferimento. Servono tempi certi che, ad oggi, mancano come mancano, ad esempio, modalità e regole di erogazione”. Loredana Poli, consigliera della Lista Gori: “Ritengo che questo tipo di modalità di raccolta fondi non può essere fatta dal Comune, che va accompagnato anche nel processo di erogazione. Le modalità che regolamentano il fondo non sono volutamente stringenti perché le esigenze e le richieste dei cittadini cambiano continuamente e soprattutto vanno verificate. Serve tempo, anche per poter ragionare con più tranquillità e approfondire gli aspetti tecnici”.

La replica della sindaca Elena Carnevali: “Spero, mi auguro, confido, non so più che verbo usare, visto l’ammontare dei danni causati dall’alluvione di 30 milioni di euro, che anche il Governo dimostri di avere una dedizione particolare al territorio lombardo e che ci sia questa disponibilità per dare anche un segnale, una risposta importante a chi ha perso tutto o quasi. Credo che sia chiaro a tutti che non saremo in grado di sopperire a tutte le richieste. Bergamo sta lavorando anche sulla scia di quanto fatto con il Fondo Rinascimento, quello che fu creato ai tempi del Covid, per il quale fu individuato un ente del terzo settore, il Cesvi. La Fondazione della Comunità Bergamasca è un ente riconosciuto e riconoscibile, senza dimenticare che per sua natura consente a chi versa di benifeciare di detrazioni fiscali.

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Ad oggi sono stati raccolti 745mila euro (oltre al contributo del Comune, Sacbo 200mila, Bcc 100mila, Caritas 75mila, Fondazione Banca Popolare 50mila, Fondazione Pesenti 30mila, Fondazione Mia 25, A2A 10mila e Zanetti 5mila euro) e credo che il traguardo degli 800mila euro sia vicino. Il bando uscirà a giorni e lo abbiamo condiviso con Caritas e Fondazione Mia che hanno chiesto di poter prestare una particolare attenzione alle persone più in difficoltà, tanto da destinarne 100mila dell’intero. Credo che questo partenariato pubblico-privato rappresenti davvero un valore aggiunto per questa città. Da parte nostra c’è la volontà di essere incisivi e di essere particolarmente sensibili alle persone più fragili”.

Riqualificazione ex Sace

Rispetto alla delibera sulla riqualificazione dell’area tutt’oggi dismessa e in degrado dell’ex Sace, il dibattito verte sui sei ordini del giorno collegati, di cui due presentati dal consigliere Alberto Ribolla, tre a firma di Filippo Bianchi, Fratelli d’Italia, e uno a firma di tutta la maggioranza e uno Lega, uno dal Partito Democratico sulla volontà di non inserire nell’area produttiva “attività insalubri” . 

La questione torna sul mancato racconto del ricorso, per bocca del consigliere Andrea Pezzotta, Lista Pezzotta: “Sono venuto in aula per votare a favore della delibera, ma la sorpresa di questa sera è che su una delibera così importante è presente un ricorso. Chi se non i consiglieri comunali dovevano essere informati? Nulla è stato detto in Commissione, nulla è presente nelle carte. Siamo venuti a sapere del ricorso da una persona che ha riferito al consigliere Ribolla. C’è o non c’è un problema di trasparenza? Ma la grossa sorpresa aumenta, dopo le parole della consigliera Poli: si dice che c’è in corso una trattiva che fa riferimento al fatto che se la delibera passerà stasera, il ricorso verrà ritirato. Una trattiva sotterranea, tra chi? Tra l’avvocato e l’assessore all’Urbanistica? E c’è una lettera? Parole? Se portate queste cose all’attenzione dei consiglieri, gli stessi devono essere informati. Così non si fa. Non partecipo al voto perché non esercitiamo le nostre facoltà”.

La replica dell’assessore Valesini: “Credo che la volontà sia stata quella di far deragliare la discussione su aspetti giuridici e amministrativi. Noi non stiamo approvando nessun piano attuativo, ma una delibera che riconosce quanto previsto da una legge regionale, legata alla sicurezza dell’area, sulle ragioni di interesse pubblico. Per quanto riguarda il contenzioso, la sua rilevanza è nulla. Opportunamente non è stato messo a conoscenza del Consiglio, perché il fatto di valutare il riconoscimento di una deroga su un piano urbanistico in virtù anche di un ricorso, potrebbe essere elemento da leggersi in termini ricattatori nei confronti del Consiglio che non è chiamato ad esprimersi su questo”. Il ritiro del ricorso è una conseguenza della delibera e dichiarata su libera scelta dell’operatore, non una condizione”.

Al momento del voto, la minoranza esce dall’aula. Ma la delibera passa.

 

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