«La collaborazione tra livelli istituzionali della Repubblica è uno dei pilastri su cui si fonda la nostra comunità nazionale»: videomessaggio di saluto (a sorpresa) di Giorgia Meloni nella giornata finale del Festival delle Regioni, a Bari. Occupazionale giovanile, Sud locomotiva, sfida dello sviluppo e della crescita i temi portanti del breve discorso della premier. Che non elude il dossier dell’Autonomia differenziata delle Regioni, nodo che nella tre giorni del Festival tanto ha diviso il fronte dei governatori: «Spetta anche agli amministratori regionali e locali fare la propria parte. Sono convinta che l’Autonomia differenziata possa essere anche qui (al Sud, ndr) un’occasione per dimostrare il proprio valore e le proprie capacità. Questa riforma rappresenta anche e soprattutto una sfida per le Regioni e per le sue classi dirigenti sulla spesa e sui servizi». E ancora: «Ogni regione ha la possibilità di dimostrare che serietà, competenze e responsabilità sono la vera opportunità in primis per i cittadini, che possono giudicare chi li governa sulla base della qualità del loro lavoro e dei servizi erogati. Due anni fa abbiamo promesso agli italiani che avremmo costruito una nazione più coesa, più forte, più giusta su tutto il territorio nazionale. È un impegno che intendiamo realizzare insieme a voi, alle Regioni alle Province autonome, ai territori e a tutte le articolazioni della nostra Repubblica».
La sfida del Sud
Focus poi sull’occupazione giovanile, uno dei temi portanti del Festival. Il quadro «è positivo», ma «non dobbiamo riposare sugli allori». Al centro il capitale umano e la formazione, che è «un investimento anche in coesione territoriale, perché se noi offriamo a un ragazzo opportunità e strumenti lì dove è nato e cresciuto, e questo vale particolarmente per le regioni del Sud, quel ragazzo non sarà costretto ad andare altrove, potrà mettere a disposizione del suo territorio il proprio contributo, la propria voglia di fare, il proprio entusiasmo». Il governo, spiega Meloni, «sta cercando di dare alle imprese e ai cittadini del Mezzogiorno la possibilità concreta di dimostrare il loro valore», ed elenca i vari strumenti: la riforma delle politiche di coesione, «alzando al 40% la spesa infrastrutturale obbligatoria per le regioni del Sud»; i 3,3 miliardi di euro per il credito d’imposta nella Zona economica speciale unica del Mezzogiorno; la decontribuzione Sud «per creare buona e nuovo occupazione in particolare di giovani e donne»; «gli oltre 41 miliardi di euro previsti nel nuovo Pnrr per accompagnare la Pubblica amministrazione nella transizione digitale»; un hub di approvvigionamento energetico per il Mediterraneo.
«Nel 2023 – ricorda la premier – il Prodotto interno lordo del Sud è cresciuto di più della media nazionale.
Il Mezzogiorno ha dato una spinta decisiva alle esportazioni permettendo all’Italia di piazzarsi al quarto posto nella classifica mondiale. L’occupazione è aumentata più che nel resto d’Italia. Insomma, il Sud è stato di fatto la locomotiva economica della Nazione, invece di essere quello che abbiamo visto spesso negli anni passati, quando si ritrovava quasi sempre ad essere il fanalino di coda».
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