L’adesione al concordato è possibile entro il 31 ottobre. Ma secondo un sondaggio del Sole tra i commercialisti, finora avrebbe aderito solo il 10% dei loro clienti. La protesta di Federcontribuenti a Milano
«Concordato preventivo biennale: non cadere nella trappola! Informati bene prima di aderire»: è la scritta che campeggia su uno degli striscioni comparsi la mattina di lunedì 21 ottobre a Milano, la città con più partite Iva in Italia. Si tratta di un’iniziativa di Federcontribuenti, che spiega: «Non contestiamo la misura ma le modalità con cui viene spiegata e proposta ai cittadini».
La protesta di Federcontribuenti
«Modalità che, come abbiamo esposto al Garante dei Contribuenti, riteniamo lesive della libertà decisionale del contribuente e in contrasto con i principi costituzionali di equità e trasparenza – aggiunge Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti. Tra i rischi del concordato ci sarebbe «l’impossibilità per due anni di accedere a tutti gli strumenti di protezione del patrimonio che la normativa prevede», secondo Federcontribuenti. «Questo, in un momento di grave crisi economica, con prospettive fosche sul futuro, una situazione internazionale molto incerta e nessuna garanzia di stabilità finanziaria per imprese e partite iva è molto rischioso», afferma Paccagnella, secondo il quale la campagna di Federcontribuenti.
Adesioni intorno al 10%
L’adesione al concordato è possibile entro il 31 ottobre, ma il rischio è che le adesioni non raggiungano la soglia auspicata dal governo. Secondo una recente survey del Sole 24 Ore in nove studi professionali su dieci le adesioni non superano il 10%. Un insuccesso del concordato si tradurrebbe in minori entrate per lo Stato da destinare ad alcune misure promesse dal governo come il taglio delle aliquote Irpef. Secondo quanto si legge nel decreto fiscale pubblicato sabato sulla Gazzetta Ufficiale, le maggiori entrate erariali, per il biennio 2024-2025, derivanti dall’attuazione del concordato preventivo biennale e «le eventuali maggiori entrate» derivanti dal ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato, sarebbero destinate al fondo per la riduzione della pressione fiscale «per essere prioritariamente destinate alla riduzione delle aliquote» dell’Irpef.
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