L’Italia è un paradiso fiscale per le auto aziendali inquinanti: è il Paese che maggiormente le sovvenziona con agevolazioni pari a 16 miliardi di euro l’anno, seguito da Germania (13,7 miliardi), Francia (6,4 miliardi) e Polonia (6,1 miliardi). Nei cinque maggiori Paesi dell’Unione europea (Spagna inclusa, oltre a quelli già citati), le esenzioni per le auto aziendali a benzina e diesel costano ai contribuenti 42 miliardi di euro all’anno. Le maggiori sovvenzioni si applicano attraverso le esenzioni fiscali per la concessione dei veicoli ai dipendenti come benefit in-kind. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato da Transport & Environment e che la principale organizzazione europea in materia di decarbonizzazione dei trasporti ha commissionato a ERM. Nell’analisi si calcolano gli effetti dei benefici generalmente concessi alle auto aziendali su quattro leve fiscali: tassazione dei benefit in kind (una forma di retribuzione non monetaria concessa dal datore di lavoro al dipendente), ammortamento del costo dei veicoli, detrazioni Iva e carte carburante. Tutti benefici di cui non godono i proprietari di auto private, ma le auto aziendali rappresentano il 60% di tutte le immatricolazioni di auto nuove in Europa. “Gli stati europei, ogni anno, sottraggono ai loro bilanci miliardi di euro per finanziare la mobilità inquinante” spiega Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, secondo cui “l’Italia, che ogni anno rinuncia a 16 miliardi di gettito pur avendo enormi problemi di budget, dovrebbe prendere a esempio il Regno Unito e il Belgio, che hanno introdotto misure fiscali green e stanno eliminando le agevolazioni per i veicoli inquinanti”.
Auto elettriche? In Italia può costare meno il leasing di quelle endotermiche – Dallo studio emergono invece diverse distorsioni della fiscalità italiana. Per il noleggio in leasing di una BMW X3 diesel, ad esempio, azienda e dipendente beneficiano di esenzioni per oltre 21mila euro all’anno. Il sistema di tassazione sulle auto aziendali è inefficiente al punto da premiare, in alcuni casi, il leasing di veicoli endotermici rispetto a quello di veicoli a emissioni zero di pari volume e prestazioni: il noleggio di una VW Tiguan a benzina, considerando la pressione fiscale, costa oltre 3mila euro l’anno in meno di quello di una VW ID.4. Nel Regno Unito e in Spagna, invece, i vantaggi fiscali per le auto aziendali inquinanti sono molto più bassi. Il Regno Unito prevede una forte penalizzazione per i veicoli aziendali a benzina e diesel, attraverso un’aliquota alta sui benefit in kind, mentre i conducenti di auto aziendali elettriche pagano tasse ridotte. Ciò ha contribuito a stimolare la diffusione delle auto aziendali a zero emissioni, che ora è pari al 21,5% dell’immatricolato.
Suv aziendali: è boom nella Penisola – E se in molti Paesi per guidare un Suv inquinante si beneficia in media di un vantaggio fiscale di 8.900 euro, quello dell’Italia è un caso limite, perché si arriva a un risparmio fiscale di 16.400 all’anno. Questo spiega anche perché in media, nei mercati europei, le aziende immatricolano il doppio dei Suv endotermici e ibridi rispetto ai privati. Dei 16 miliardi di euro totali di esenzioni fiscali mappate nello studio per l’Italia, infatti, 5,8 miliardi sono destinati a sovvenzionare proprio i veicoli SUV. Rispetto ai 42 miliardi complessivi di esenzioni nei cinque mercati nazionali oggetto dell’indagine, i sussidi ai Suv ammontano a 15 miliardi.
In ritardo su l’elettrificazione – Le flotte aziendali non solo beneficiano di enormi vantaggi fiscali per le auto inquinanti, ma sono anche in ritardo nel percorso di decarbonizzazione. Nella prima metà del 2024, il 13,8% di tutte le nuove immatricolazioni private in Unione europea hanno riguardato veicoli elettrici e, per quanto riguarda le immatricolazioni aziendali, la percentuale è stata del 12,4%. I numeri in Italia indicano, invece, una sostanziale parità, in un mercato però molto lontano dai numeri europei: 3,9% per il canale privato, 4% per quello corporate. Nella sua lettera di incarico al Commissario per i Trasporti sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen gli ha chiesto di presentare una proposta per rendere più ecologiche le flotte aziendali. T&E invita la nuova Commissione europea a presentare nel 2025 un regolamento, fissando obiettivi vincolanti di elettrificazione al 2030 per le grandi flotte e le società di leasing. E chiede al governo italiano di procedere, già con la prossima legge di bilancio, a modifiche sostanziali della fiscalità applicata alle auto, e a quelle aziendali in particolare: “Modulare le specifiche leve fiscali (tassazione sui benefit in kind, ammortamento e Iva) in virtù delle emissioni di CO2 – spiega Boraschi – può porre fine a una grave distorsione e stimolare il mercato verso le tecnologie più pulite”.
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