“Le condizioni delle case
circondariali di Sassari e Oristano continuano ad essere
allarmanti per sovraffollamento, carenza di organico e
difficoltà nella gestione della popolazione detenuta”. Lo ha
detto il segretario generale del Sappe, sindacato autonomo di
polizia penitenziaria, Donato Capece, dopo aver il carcere di
Bancali e, successivamente, quello di Massama, accompagnato dai
quadri sindacali dell’Isola, guidati dal segretario regionale
Luca Fais, dal delegato nazionale per la Sardegna Antonio Cannas
e dai dirigenti locali.
“Come da tempo denunciato dal nostro sindacato, il primo e
più rappresentativo della Polizia penitenziaria e come emerso
dalle visite effettuate – sostengono i sindacalisti – nel
penitenziario sono assai precarie le condizioni per gestire i
troppi detenuti; il personale di polizia penitenziaria è ormai
stanco e sfiduciato, nonostante l’eroico servizio che
quotidianamente svolge. Da diverso tempo viene denunciata la
precaria situazione penitenziaria della Sardegna, che si
caratterizza anche per atti particolarmente violenti contro i
poliziotti e dall’assenza di provvedimenti contro chi si rende
responsabile di queste inaccettabili violenze”.
“Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale,
così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo
all’ordine del giorno”, rimarca la delegazione del Sappe, che
informerà i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria sul “mancato auspicato miglioramento delle
condizioni di lavoro del personale del Corpo di Polizia
Penitenziaria in servizio presso gli istituti penitenziari della
Sardegna, per larga parte accomunati da gravissime criticità:
una importante carenza di personale; il costante verificarsi di
eventi critici, nella maggior parte dei casi aggressioni nei
confronti di personale; l’introduzione di oggetti e materiali
non consentiti come droga o telefonini; l’assenza di medici e la
precarietà di quelli presenti, la maggior ha infatti un
contratto a tempo determinato di soli pochi mesi”.
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