Sono due le condizioni poste dalla manovra per ottenere l’agevolazione: il beneficiario deve essere titolare di reddito da lavoro dipendente non superiore nell’anno precedente l’assunzione a 35mila euro e deve aver trasferito la residenza oltre un raggio di 100 chilometri calcolato tra il precedente luogo di residenza e la nuova sede di lavoro contrattuale.
L’esclusione dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore non rileva ai fini contributivi. Le somme erogate o rimborsate rilevano ai fini della determinazione della situazione economica equivalente (ISEE) e si computano ai fini dell’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali.
Al via il Piano casa Italia
Questa estensione ai neoassunti che accettano di trasferirsi oltre i 100 chilometri rappresenta un primo tassello del piano casa proposto dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, per risolvere il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che è una delle principali criticità del mercato del lavoro. Molte imprese faticano a trovare sul proprio territorio i profili necessari per coprire le posizioni richieste, ma la mobilità dei lavoratori – provenienti da altre città, altre regioni o altre nazioni – in molti casi è frenata dai prezzi alti degli affitti.
A tal fine interviene un altro articolo della legge di Bilancio che istituisce il Piano casa Italia per contrastare il disagio abitativo sul territorio nazionale, anche mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e il contenimento del consumo di suolo. Con Dpcm, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare, previa intesa con la Conferenza unificata entro 180 giorni dall’ entrata in vigore della manovra, è approvato un piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale, per il rilancio delle politiche abitative come risposta ai bisogni della persona e della famiglia. Il piano «rappresenta uno strumento programmatico finalizzato a definire le strategie di medio e lungo termine per la complessiva riorganizzazione del sistema casa, in sinergia con gli enti territoriali, al fine di fornire risposte ai nuovi fabbisogni abitativi emergenti dal contesto sociale, integrare i programmi di edilizia residenziale e di edilizia sociale, dare nuovo impulso alle iniziative di settore, individuare modelli innovativi di governance e di finanziamento dei progetti, razionalizzare l’utilizzo dell’offerta abitativa disponibile».
Taglio del cuneo per il 2025: un decalage per evitare penalizzazioni
Nel 2025 l’estensione fino a 40mila euro del taglio al cuneo coinvolgerà 1,3 milioni di lavoratori in più, rispetto ai circa 14 milioni già coinvolti dalla misura: a svelare alcuni nuovi dettagli della manovra è il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il taglio al cuneo contributivo finora vigente (sforbiciata di sette punti fino a redditi di 25mila euro, di sei punti fino a 35mila euro) sta incrementando le buste paga dei lavoratori dipendenti in media di 100 euro al mese. Con la nuova legge di Bilancio il meccanismo è stato modificato per evitare, come accade ora, che al raggiungimento del limite reddituale di 35mila euro ci sia un brusco scalone che comporta perdite economiche.
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