Milano – Un simbolo per tante generazioni di milanesi, il pollo Giannasi. Il girarrosto aperto nel 1967 e situato nel cuore di Porta Romana, in piazza Bruno Buozzi, ha rappresentato per 57 anni un presidio di genuinità e indipendenza contro il moltiplicarsi di fast-food, delivery e catene della grande distribuzione. Ma anche il mitico chiosco dei polli allo spiedo, davanti al quale c’è sempre coda, entra nell’età della globalizzazione. Rimbalza infatti la notizia dell’acquisizione della quota di maggioranza dell’impresa meneghina da parte di Gruppo Finiper Canova, società che dal 1974 gestisce vari supermercati e brand della ristorazione in Italia, tra cui Iper La grande, Unes, Viaggiator Goloso, Ristò, Rom’Antica, CremAmore e shopping mall come Il Centro di Arese e Piazza Portello di Milano.
L’ufficialità
Ad annunciare l’operazione è stato un comunicato dello stesso colosso della gdo. Che ne sarà del chiosco di Porta Romana? Certamente non sparirà, anzi molto probabilmente saranno moltiplicati i punti vendita in prossimità dei supermercati del gruppo, all’insegna di un progetto di crescita. “La partnership ha l’obiettivo di assicurare una crescita armoniosa e graduale che mantenga le caratteristiche uniche e riconosciute che hanno contribuito al successo di Giannasi. La priorità è garantire che i clienti possano continuare a riconoscere in Giannasi la stessa autenticità e qualità che hanno sempre amato”, si legge nella nota aziendale.
La storia
Il chiosco in piazza Buozzi venne aperto nel lontano ‘67 dai fratelli Graziella, Luciano e Dorando, arrivati a Milano dall’appennino tosco-emiliano negli anni ‘50 in cerca di fortuna. Dopo un inizio da garzoni in una polleria di via Teodosio, il primo piccolo negozio in proprio viene aperta in via degli Scipioni, poi corso Buenos Aires e infine il chiosco abbandonato di Porta Romana acquistato grazie a un prestito di 10 milioni di lire e diventato nei decenni il “luogo di culto” che tutti conoscono. Dorando Giannasi ha ottenuto la nomina di cavaliere del lavoro, il premio Ambrogino d’oro e il titolo di Eccellenza Italiana della rivista Forbes,
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