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Aziende tech al Sud: in arrivo mini contratti per sostenere i piani di sviluppo in tecnologie strategiche #finsubito prestito immediato


Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sta per lanciare una importante misura a supporto della realizzazione di investimenti in grado di sostenere lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche o salvaguardare e rafforzare le rispettive catene del valore negli ambiti individuati dal Regolamento STEP della EU. La gestione del bando verrà affidata a Invitalia.

La dotazione finanziaria globale prevista è di 300 milioni di euro destinati ad aziende con sede operative nelle regioni meno sviluppate. I progetti da presentare devono prevedere investimenti rilevanti a partire da 5 milioni di euro.

Forniamo in anticipo una sintesi delle informazioni rese disponibili in modo di consentire alle aziende interessate di capire per tempo se la misura può essere di interesse ed eventualmente prepararsi a presentare un progetto una volta che verrà emanato il decreto attuativo.

Principali caratteristiche della misura

Il bando “Mini Contratti di Sviluppo” del MIMIT è stato introdotto con decreto ministeriale del 12 agosto 2024. Si è in attesa a breve del decreto attuativo per il lancio effettivo della misura.

Questo strumento di agevolazione è mirato a sostenere le imprese di tutte le dimensioni nella realizzazione di piani di investimento con un importo compreso tra 5 e 20 milioni di euro. Ciascuna impresa può presentare una sola domanda di agevolazione.

Il bando finanzia programmi di investimento che rientrano negli ambiti tecnologici definiti dalla piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP), che includono tecnologie digitali, deep tech, green e biotecnologie.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Le risorse totali destinate a sostenere la realizzazione dei piani di investimento ammontano a 300 milioni di euro provenienti dal Programma Nazionale RIC 2021-2027. Esse sono così ripartite:

  • 100 milioni di euro per progetti presentati da PMI
  • 200 milioni di euro per progetti presentati da PMI e da Grandi Imprese

I progetti deve avere una durata massima di 36 mesi e devono essere svolti in un’unica unità produttiva ubicata nelle Regioni meno sviluppate (Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna).

L’unità produttiva oggetto dell’investimento non deve risultare oggetto di delocalizzazione nei due anni precedenti la presentazione della domanda e nei due anni successivi al completamento dell’investimento stesso.

Le domande, corredate da alcune asseverazioni tecniche, devono essere presentate sulla piattaforma informatica presente sul sito di Invitalia nei termini che verranno definiti dal decreto attuativo.

Piani di investimento ammissibili

I piani di investimento ammissibili devono essere legati alle tecnologie critiche previste dal regolamento europeo STEP e possono riguardare diversi settori, tra cui:

  • Tecnologie digitali e innovazione delle cosiddette tecnologie “deep tech”.
  • Tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, incluse le tecnologie a zero emissioni nette.
  • Biotecnologie, compresi i medicinali inclusi nell’elenco dell’Unione dei medicinali critici.

Per tecnologie “deep tech” si intendono innovazioni scientifiche e ingegneristiche che richiedono progressi significativi in termini di ricerca e sviluppo. Le “deep tech” includono campi come l’intelligenza artificiale, la robotica, la biotecnologia, la nanotecnologia, la blockchain, e le tecnologie quantistiche.

I piani di sviluppo possono includere la creazione di una nuova unità produttiva, l’ampliamento della capacità di produzione di un’unità produttiva esistente, la riconversione o la ristrutturazione di un’unità produttiva esistente.

La riconversione deve prevedere la diversificazione della produzione per ottenere prodotti diversi da quelli fabbricati in precedenza. La ristrutturazione invece, è intesa come cambiamento fondamentale ed innovativo del processo produttivo esistente.

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I progetti proposti possono rivolgersi ad ambiti produttivi che si riferiscono a:

  • tecnologie innovative, medicinali critici, materie prime critiche.
  • componenti, macchinari specifici o servizi essenziali per la fabbricazione dei prodotti

Gli investimenti previsti devono contribuire a ridurre o a prevenire le dipendenze sui temi ritenuti strategici dall’EU e/o garantire l’apporto di elementi innovativi, emergenti e all’avanguardia che abbiano un notevole potenziale economico.

Spese ammissibili e contributi previsti

Le spese ammesse a finanziamento riguardano:

  • suolo aziendale e sue sistemazioni (massimo 10 % delle spese ammissibili)
  • opere murarie e assimilate (massimo 40 % delle spese ammissibili)
  • macchinari, impianti e attrezzature ivi compresa la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili o impianti di cogenerazione
  • programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi (per le grandi imprese massimo 50% delle spese ammissibili).
  • consulenze connesse alla realizzazione del piano di investimenti (solo per le PM per massimo il 4% delle spese ammissibili).

Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributi a fondo perduto a copertura delle seguenti percentuali delle spese ammissibili: 55% per le piccole imprese, 45% per le medie imprese e 35% per le grandi imprese. Per le consulenze, necessarie nell’ambito dell’investimento, viene concesso un contributo del 50% delle spese ammissibili.

L’erogazione del contributo può essere richiesta attraverso massimo 3 SAL (ciascuno di importo non inferiore al 25%) oltre il Saldo finale per la parte restante. Può essere anche richiesto un anticipo del 40% del contributo previa fidejussione bancaria o assicurativa.

Quando proporre un progetto

In base alla dotazione finanziaria complessiva pari a 300 milioni di euro ed in considerazione della consistenza dei progetti presentabili, stimiamo che 60/90 progetti saranno in grado di aggiudicarsi il finanziamento.

Essendo la misura riservata alle regioni meno sviluppate, l’ambito di applicazione si restringe ma resta certamente un bando competitivo anche in considerazione del fatto che è aperto sia alle PMI che alle Grandi Imprese.

Prima di presentare il progetto si consiglia di effettuare uno studio di fattibilità per analizzare la probabilità di successo.

Si tratta infatti di un bando “a graduatoria” il cui punteggio viene definito su una serie di criteri oggettivi che possono essere quantificati a priori a partire dai bilanci depositati, dalla tipologia di investimento che si intende effettuare, dall’incremento occupazionale previsto. In estrema sintesi i criteri di valutazione riguardano:

  • grado di indipendenza finanziaria dell’impresa richiedente
  • incidenza della gestione caratteristica sul fatturato
  • sostenibilità ambientale del piano di investimenti
  • piano occupazionale

Esistono poi dei criteri di premialità, con incrementi percentuali del punteggio precedente, riconosciuti sulla base di altri elementi oggettivi riscontrabili anch’essi a priori come rating di legalità, parità di genere, ecc.

Una volta assegnato il punteggio ai diversi i progetti, si passa in ordine di graduatoria alla seconda fase di valutazione da parte di Invitalia che viene effettuata tramite colloqui diretti con le imprese.

Per poter accedere con successo a questa fase finale, si ribadisce pertanto l’importanza di ottenere un punteggio adeguato nella prima fase e valutarlo a priori sulla base dei parametri oggettivi previsti.

Scheda sintetica del bando

Per una scheda sintetica del bando si rimanda al sito ICTLAB PA alla sezione bandi e nello specifico al seguente link:

Bando “Mini Contratti di Sviluppo”



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