La Manovra 2025 del governo Meloni impone lo stop alle detrazioni fiscali per i figli dai 30 anni in su. A partire dal prossimo anno la detrazione per i figli a carico sarà riservata alla fascia compresa tra i 21 e 29 anni. L’agevolazione decadrà dunque a partire dal 30° compleanno, a meno che l’erede non soffra di una delle forme di disabilità indicate dall’articolo 3 della legge 104/92. Il governo stima che tale mossa porterà a un risparmio di quasi 320 milioni all’anno per le casse pubbliche.
Il limite di reddito
In principio fu Tommaso Padoa-Schioppa, ministro del Lavoro durante il governo Prodi, a definirli “bamboccioni”; poi arrivò Elsa Fornero durante il governo Monti e i ragazzi non proprio di primo pelo vennero definiti “choosy”, ovvero “schizzinosi” nella scelta di un lavoro che gli permettesse di affrancarsi dal cordone ombelicale genitoriale; nel 2025, da ultimo, lo schiaffo arriva dal governo Meloni, che taglierà le detrazioni per tutti i ragazzi che abbiano almeno 30 anni.
Rimane invece invariato il limite di reddito entro il quale un figlio è fiscalmente a carico dei genitori:
- 4.000 euro per i figli fino a 24 anni;
- 2.840,51 euro dal 25° al 29° anno (compresi).
La stretta va a modificare l’articolo 12 del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi) e si trova nelle prime pagine della relazione tecnica della Legge di Bilancio, nel capitolo dedicato alla “Riduzione della pressione fiscale”. Pressione fiscale che, per la verità, aumenta nelle famiglie in cui almeno un figlio a carico abbia da 30 anni a salire.
Stretta su tutti i familiari a carico
Ma la stretta della Manovra 2025 del governo Meloni sulle detrazioni fiscali non riguarda solo i figli 30enni a carico dei genitori, ma anche altri familiari a carico, a eccezione dei nonni e degli anziani over 70. Dalla cancellazione di queste detrazioni il governo si aspetta di risparmiare 140,8 milioni di euro l’anno, una volta che il nuovo corso andrà a regime. 140,8 milioni che sommati ai 319,3 milioni della stretta anti-bamboccioni diventeranno 460,1 milioni l’anno.
6 giovani su 10 vivono con i genitori
La stretta della Manovra imposta dal governo Meloni va a colpirà inevitabilmente le finanze di migliaia di famiglie. Secondo l’Istat, in Italia il 63,3% dei giovani nella fascia 18-34 anni vive ancora a casa con i genitori. Si tratta di circa 6,5 milioni di ragazzi, così distribuiti:
- 2,5 milioni studiano ancora;
- 2,5 milioni sono occupati;
- 1,3 milioni sono in cerca di lavoro.
I numeri confermano ciò che è noto da anni: i giovani in Italia tendono a uscire di casa più tardi rispetto ai coetanei degli altri Paesi occidentali. Questa la situazione per area geografica:
Territorio | Media |
---|---|
Italia | 63,3% |
Nord | 59,7% |
Nord-ovest | 59,5% |
Nord-est | 60,0% |
Centro | 63,7% |
Mezzogiorno | 67,6% |
Sud | 68,2% |
Isole | 66,2% |
Ai 30enni disabili, oltre a mantenere le detrazioni fiscali, viene riconosciuto anche l’Assegno unico universale senza limiti di età.
Altri tagli in Manovra
Il disegno di Legge di Bilancio prevede drastici tagli anche in altri settori: prevista una sforbiciata agli sgravi fiscali per i lavoratori extracomunitari; e un colpo d’accetta viene inferto al rilancio del settore auto, la prima manifattura del sistema Italia, che va a perdere 4,6 miliardi; il tetto degli stipendi dei manager pubblici scende poi dagli attuali 240.000 a 160.000 euro.
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