Genoa-Como 1-1, gol di Da Cunha e Vogliacco #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Strano il calcio: più dell’immane talento di Nico Paz pesa la spaccata di Vogliacco che toglie al Como una vittoria strameritata ma sperperata da una serie incredibile di errori sotto porta e regala al solito Genoa con l’elmetto un pareggio insperato. Il sinistro di Da Cunha nel primo tempo è illusorio. Al 92’ ecco il tap-in del difensore che consegna a Gilardino altro ossigeno in attesa di porre fine all’emergenza.

solo como

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Con nove pedine in infermeria, Gilardino propone un assetto quasi obbligato. Martin e Badelj stringono i denti e completano il centrocampo a cinque con Frendrup, Thorsby e Sabelli. Davanti lo stakanovista Pinamonti e il gioiellino Ekhator. Anche a Fabregas mancano dei pezzi: tutto il centrocampo basso (Sergi Roberto, Mazzitelli e Perrone) è fuori uso, quindi Engelhardt e Da Cunha diventano i due perni centrali e copertura del terzetto di trequarti Strefezza, Paz, Fadera, con Cutrone terminale ultimo. Il possesso, come spesso accade, è del Como, ma il 3-5-2 di Gilardino non è certo passivo, specie quando Thorsby e Frendrup riescono ad aggredire gli spazi. In avvio Moreno è bravo ad anticipare Ekhator a un passo dalla porta. Poi Paz comincia ad alzare i giri e con lui tutto il Como. L’argentino ci prova due volte ma la mira è sbilenca, intanto però il Grifone perde fette di campo sotto la pressione ospite. E al minuto 17 arriva il patatrac: Pinamonti smarrisce una palla banale, il Como sfonda da sinistra, Paz l’appoggia al limite a Da Cunha che di sinistro trova il pertugio vincente. Sotto di un gol e travolto dallo stordente palleggio del Como, per il Genoa si fa dura trovare un’idea di reazione. Anzi, Maturro si perde Paz che serve Fadera davanti alla porta: il destro è potente, ma Leali si oppone alla grande. Sul ribaltamento Pinamonti ed Ekhator provano a mettersi in proprio con un triangolo che manda il 17enne davanti a Reina che blocca con grande reattività il pallonetto. Dopo un brivido firmato Strefezza, il Grifone prova a spingere nei minuti che restano, ma non ricava che un paio d’angoli. L’impeto non manca, però l’esecuzione tecnica, anche delle cose più semplici, è troppo lacunosa.

che finale

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Gilardino prova a mettere delle pezze. Dentro Miretti per lo spaesato Martin. Si passa la 4-4-2 con Sabelli che si abbassa stabilmente sulla linea dei difensori. In mezzo la squadra di Gila non subisce più come prima, è meglio piazzata e più compatta. Pinamonti ci prova ma Reina blocca. Il giro palla degli ospiti non è quello del primo tempo, ma si nota poco e niente se in campo c’è uno come Nico Paz. L’argentino pensa calcio in una dimensione differente: prima manda in porta Fadera che spreca, poi imbecca Cutrone il cui diagonale finisce dentro ma Rapuano annulla per fuorigioco (22’), infine lancia di nuovo il centravanti che calcia male davanti a Leali. Gilardino decide che è arrivato il momento di Pereiro e di Balotelli. SuperMario è accolto da un boato. Si prodiga subito in un recupero ritenuto falloso, poco dopo si becca un giallo per un fallo di reazione di Kempf a centrocampo, mentre il popolo rossoblù è già inferocito per una sospetta manina in area del Como. Paz ha spazi enormi e continua a sfornare palle a Cutrone per chiudere il match, ma là davanti si regala troppo. La disciplina sui due fronti è ormai un miraggio. Si gioca d’impulso e di nervi. Strefezza guizza in area ma Leali è attento. Il Genoa si riversa in avanti con enorme e confusa generosità. E come contro il Bologna trova il jolly. Sull’angolo di Miretti, sbuca il piede di Vogliacco. Quello che vale un incredibile pareggio.