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solo 168 le iniziative individuate in Italia #finsubito prestito immediato



Home > News > Elettrificazione > Comunità energetiche: solo 168 le iniziative individuate in Italia, +89% rispetto al 2023. Il Report

Le Comunità energetiche rinnovabili potrebbero dare un grande contributo al processo di crescita del livello di autonomia energetica del nostro Paese, almeno a livello di consumi diretti finali, ma per il momento progetti ed attivazioni vanno avanti molto a rilento, come spiegato nel Report Electricity Market 2024 E&S School of Management del Politeecnico di Milano.

SCARICA L’Electricity Market Report 2024

Comunità energetiche in crescita sul 2023

A maggio 2024 è stata svolta una ricerca in relazione alle iniziative per la costituzione di configurazioni per l’autoconsumo, tra comunità energetiche rinnovabili (Cer) e di autoconsumo collettivo, consultando i report pubblicati da Legambiente, ENEA, dalla fondazione Utilitatis, e le notizie pubblicate dalla stampa settoriale e locale per raccogliere dati sullo stato delle iniziative, l’ubicazione, le forme giuridiche adottate, gli impianti installati e i soggetti coinvolti.

Secondo l’“Electricity Market Report 2024” della Energy&Strategy School of Management del Politecnico di Milano, sono 168 le iniziative individuate per la costituzione di configurazioni per l’autoconsumo tra comunità energetiche e autoconsumo collettivo, circa il doppio (+89%) rispetto al 2023.

Di queste, però, solo 46 sono state realizzate e ben 121 sono ancora in progettazione.  

Le regioni che risultano più attive sono Piemonte, Lazio, Sicilia e Lombardia nelle quali sono state rilevate 80 iniziative (il 48% del totale). Rispetto al 2023 sono state individuate iniziative in tutte le regioni italiane, il che mostra un interessamento per il tema diffuso su tutto il territorio italiano.

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Principali promotori enti pubblici, soggetti specializzati e solo in parte privati cittadini

Nel 58% dei casi il promotore di una Cer è un ente pubblico che fornisce spazi per l’installazione degli impianti e supporta l’aggregazione dei membri, allo scopo di ridurre le spese, aiutare le famiglie in situazioni di disagio economico e finanziare progetti sul territorio.

 In questo stesso modello ricadono anche iniziative promosse da altri soggetti, come enti del terzo settore e cooperative sociali.

L’altra parte rilevante (21%) è costituita da azioni messe in campo da soggetti specializzati, a supporto di privati interessati, mentre solo per una parte minoritaria (9%) a muoversi sono i cittadini.

Impatto ancora limitato sul sistema energetico

Nonostante la forte crescita su base annua, l’impatto sul sistema al momento è ancora limitato e rispetto alle attese iniziali anche deludente, perché si tratta in larga parte di realtà che hanno una forma societaria piuttosto semplice (associazioni nel 50% dei casi) e che funziona con impianti di piccola taglia.

La potenza mediana è in leggera crescita (da 55 kW nel 2023 a 60 kW nel 2024), ma gli impianti oltre i 200 kW sono solo il 34% del totale, con una presenza rilevante (23,5%) di piccoli impianti con potenza inferiore a 30 kW.

La versa sfida è la sostenibilità economica delle comunità energetiche

Nel commento ai dati, Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy, ha detto: “La vera sfida per la diffusione su larga scala delle CER è legata alla loro sostenibilità economica. Le analisi condotte all’interno del Rapporto, e basate sulla valutazione delle diverse possibili configurazioni, mostrano come essa sia fortemente connessa alla capacità di ‘condividere’ energia, con valori che cambiano radicalmente quando si supera il 70% di energia condivisa.  È questo quindi un fattore chiave nella fase di progettazione e disegno della CER, che tuttavia richiede anche la capacità di ingaggiare non soltanto il numero, ma anche la tipologia di partecipanti corretta”.

Altro elemento che va a limitare la crescita attuale delle Cer è che “i ritorni sono comunque piuttosto limitati, nell’ordine delle migliaia di euro lungo la vita dell’iniziativa”, ha spiegato Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy.

Sono numeri che quindi vanno letti come ‘aggiuntivi’ rispetto alla realizzazione di un impianto che avrebbe comunque la possibilità di esistere in modalità stand alone, mentre è più difficile immaginare realizzazioni che nascano solo ed esclusivamente al servizio della comunità – ha agggiunto Chiaroni – a meno che non prevalgano finalità sociali o di contrasto alla povertà energetica che pongono in secondo piano gli aspetti commerciali”.

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Alte le aspettative dei cittadini sulle Cer

Un fatto che potrebbe andare a pesare ulteriormente sul processo di dispiegamento delle comunità energetiche rinnovabili, perché come anticipato le aspettative erano piuttosto alte e la conferma arriva da un sondaggio, secondo cui: l’80% del campione si attende ritorni annui superiori a 100 euro l’anno e solo il 7% si aspetta di ricevere un valore inferiore a 50 euro, cifra più vicina alla realtà.

Rispetto alla spesa annua per la bolletta elettrica, infatti, il risparmio si aggira sul 3-4%, una quota non sufficiente a suscitare interesse in larga parte della popolazione.

Secondo i dati diffusi dal Gestore servizi energetici (Gse), in termini prettamente numerici, la tendenza nella diffusione delle Cer si è connotata di oltre 400 richieste già approvate. Contestualmente, altre 500 domande sarebbero al vaglio, in attesa che siano stanziati i fondi del PNRR.



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