Si chiama Andrea Chen e ha 35 anni. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’ufficio statistiche del Comune di Prato è il residente medio della città toscana, con nome italiano e cognome rigorosamente cinese. Chi vive a Prato non sarà stupito: su una popolazione di circa 196mila abitanti il 15% è di nazionalità cinese, la comunità orientale più grande d’Italia.
Tra i primi undici cognomi in ordine di diffusione non ce n’è uno italiano. Per trovare il primo bisogna scendere sino alla 12esima posizione (Gori, il cognome pratese per eccellenza). Dopo Chen (che all’inizio del 2024 veniva portato da 2.743 persone) il secondo cognome più diffuso a Prato è Hu, il terzo Lin.
Dal quarto posto sino all’11esimo si trovano i vari Wang, Zhang, Huang, Li, Zheng, Zhou, Wu e Xu. Poi ecco Gori, che ormai è abituato a rappresentare l’eccezione a casa sua: è dal 2012 che a Prato i cognomi cinesi hanno surclassato quelli italiani.
Gori è in netta minoranza tra gli operai che escono dalle fabbriche tessili (la principale occupazione dei cinesi di Prato) e si riversano nei ristoranti e nelle tavole calde per una pausa pranzo a base di panini al vapore ripieni di manzo, maiale e verza, pollo fritto, ravioli e hot pot, una pentola di brodo in ebollizione messa in condivisione al centro del tavolo dove poter cucinare tutto quel che si vuole tra carne, pesce e verdure.
Quasi tutti i cinesi di Prato (Comune attualmente amministrato dal centrosinistra) provengono da Wenzhou, una metropoli di oltre 9 milioni di abitanti affacciata sul mare che influisce sul commercio e sui menu della cucina sinopratese anche a migliaia di chilometri di distanza.
La graduatoria dei cognomi stimola l’elaborazione di diversi scenari, come le previsioni sulla popolazione scolastica e giovanile del domani, con prevalenza di cinesi. Anche perché l’età è dalla loro parte: chi si chiama Chen ha in media 35 anni (così come tutti gli altri cittadini orientali presenti in classifica, che hanno una media anagrafica che oscilla tra i 32 e i 35), mentre i Gori ne hanno 51.
A Prato c’è chi scherza sul fatto che a breve i bar Muraglia sostituiranno la catena dei quasi omonimi bar Miraglia. E c’è pure chi prevede che presto la popolazione cinese eleggerà un sindaco di propria estrazione (nell’elenco dei primi cittadini di Prato figura un Cenni che in un futuro non troppo lontano potrebbe essere seguito da un Chen).
«Scusate, avete visto Chen il cinese?», cantava Antonello Venditti in un brano degli anni ’70. Oggi, dalle parti di Prato, quel pezzo suonerebbe più o meno così: «Scusate, avete visto Gori l’italiano?».
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