L’indagine della Guardia di finanza: agli arresti domiciliari il «procacciatore» Mino Cortesi. Indagato anche un ex funzionario dell’Inps. L’accusa: pensioni anticipate e più vantaggiose in cambio di soldi
Da un paio di segnalazioni anonime, ricevute dalla direzione regionale dell’Inps della Lombardia tra febbraio e marzo 2021, nasce l’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Bergamo su una presunta truffa da 6 milioni e mezzo di euro con un danno all’Insp che supera gli 11 milioni. Agli arresti domiciliari Giacomo Cortesi, detto Mino, 75enne di Costa di Mezzate, che per almeno un decennio, secondo l’accusa, si sarebbe fatto pagare per fare ottenere pensioni agricole anticipate o più cospicue a persone che non ne avevano i requisiti.
La «talpa» negli uffici dell’Inps
Fino al primo febbraio 2015, ci sarebbe effettivamente riuscito grazie alla complicità dell’ex funzionario dell’Inps di Bergamo Franco Paris, 73 anni, di Alzano Lombardo, unico addetto alla gestione delle pratiche dei lavoratori autonomi agricoli della provincia. È indagato a piede libero. Fino a quella data, spartendosi le somme che Cortesi avrebbe raccolto da contadini e lavoratori comunque orbitanti attorno al settore agricolo, secondo gli accertamenti prima dell’Inps attraverso la propria banca dati e poi della Guardia di finanza, l’ex funzionario avrebbe inserito dati falsi in modo che l’agricoltore di turno potesse andare in pensione prima oppure ottenere un tipo di trattamento più vantaggioso. La Procura, con la pm Silvia Marchina, ha messo a fuoco 65 posizioni sospette, di cui ad agosto 2023 l’Inps ha bloccato l’erogazione e avviato la procedura di recupero. Le persone coinvolte, di cui non è stata provato il grado di consapevolezza rispetto al raggiro e che quindi, allo stato, sono ritenute vittime, dovranno restituire le somme ricevute indebitamente, per complessivi 6 milioni e 275 mila euro, mentre ammonta a 11 milioni e 100 mila euro il totale delle erogazioni effettuate dall’Inps.
Disposto il sequestro preventivo per 200 mila euro
Nel momento in cui Paris si è ritirato, quindi da febbraio 2015, i truffati sono rimasti gli agricoltori. Non avendo più chi taroccava le pratiche, Cortesi si sarebbe fatto pagare senza neanche fare ottenere la pensione anticipata in cambio. Cinquemila, 7 mila, anche 20 mila euro a persona, sempre raccolti in contanti a volte in parcheggi, altre volte direttamente a casa di chi glieli consegnava ritenendolo in qualche modo collegato con l’Inps. Di questo secondo capitolo fanno parte altre 65 parti offese, alcune delle quali hanno sporto denuncia, per 200 mila euro che Cortesi si sarebbe spartito questa volta con Mario Antonio Allieri, 63 anni, di Gorlago. La gip Maria Beatrice Parati ha disposto il sequestro preventivo ai fini della confisca di 123.150 euro nei confronti di Cortesi e di 77.150 euro nei confronti di Allieri.
«Pericolo di reiterazione e inquinamento delle prove»
Nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Cortesi, la gip parla di pericolo di reiterazione e di inquinamento delle prove. Il «procacciatore» di aspiranti pensionati non si sarebbe fermato nemmeno dopo la perquisizione subìta nel 2023. In più, quando l’Inps iniziò a convocare le parti offese, le avrebbe contattate e accompagnate nella veste di fantomatico consulente per cercare di sminuire il proprio ruolo. Lo assiste l’avvocato Andrea Alberti, che gli ha fatto visita a Costa di Mezzate e che ora attende la fissazione dell’interrogatorio di garanzia. Nessun commento, al momento, nemmeno dall’avvocato di Paris, Simona Russo.
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