Una settimana fa l’Olimpia Milano ha celebrato un giocatore entrato a far parte della sua storia per sempre, ovvero Sergio Rodriguez. Introdotto nella Hall of Fame biancorossa, in una serata in cui l’EA7 ha battuto il suo altro grande amore Real Madrid, ora il nome del Chacho entra di diritto negli annali delle scarpette rosse. Per lui tre stagioni nel capoluogo lombardo, dal 2019 al 2022, ma vissute nel modo più intenso e pieno d’amore possibile.
Di questo e molto altro lo stesso Rodriguez ha parlato in un’intervista concessa proprio all’Olimpia Milano. Qui potete trovare il link alle dichiarazioni complete, di cui riporteremo alcuni tra i passaggi più interessanti di seguito.
Il Chacho ha parlato prima di tutto della sua decisione di sposare il progetto di Ettore Messina a Milano.
Andare in una squadra dove sentivo di poter creare qualcosa di speciale è stato ciò che più mi motivava. Vedevo grande potenziale in questa squadra, nella città, i tifosi, una figura come quella di Ettore. Tutto questo mi ha dato la benzina per essere totalmente motivato nella scelta fatta. Volevo creare qualcosa di nuovo.
Rodriguez è stato protagonista della pagina più bella della storia recente dell’Olimpia Milano, ovvero le Final Four del 2021. Un traguardo raggiunto grazie a una serie di fattori, tra cui anche il COVID. Il Chacho spiega, infatti, come la squadra in quel periodo si sia sentita responsabilizzata nel regalare ai suoi tifosi qualcosa di bello.
Il mio unico rimpianto è che non avevamo tifosi a riempire le tribune. Ma sentivamo che era importante per loro dargli quel tipo di stagione, perché tanta gente stava soffrendo. In Italia, a Milano, avevamo enormi restrizioni, più che altrove, e sentivamo la responsabilità di essere a nostra volta responsabili, professionali e possibilmente vincere le partite e rendere la nostra gente felice. È stata una stagione stupefacente, terzi in EuroLeague, le Final Four, una stagione che non dimenticherò.
La semifinale contro il Barcellona, a Colonia, rimarrà per sempre un rimpianto per Milano?
Con il Barcellona non siamo stati fortunati. Ma non puoi essere deluso quando hai provato a vincere con tutto te stesso. Però è vero avevamo buone sensazioni giocando contro il Barcellona e anche contro l’Efes, che ha vinto, perché lo battemmo due volte in quella stagione. Chi lo sa? Ma di quella stagione ricorderò sempre il percorso non l’epilogo.
Quell’anno si concluse con la debacle in finale scudetto contro la Virtus. Una sconfitta pesante e amara, che però ha portato Rodriguez e la squadra tutta a voler inseguire ancora di più l’obiettivo Serie A nell’anno successivo.
Dopo la sconfitta dell’anno precedente, per un anno, ogni volta che andavo a letto la sera pensavo ai miei problemi personali e poi mi ripetevo “Quest’anno dobbiamo vincere lo scudetto”. Lo volevo con tutte le mie forze. Avevo buone sensazioni. Per la seconda volta consecutiva avevamo vinto la Coppa Italia. La Virtus però era forte, infatti aveva chiuso la regular season al primo posto. Ma vincere il titolo qui, in casa, è stato davvero speciale. Ricordo la semifinale contro Sassari. Battemmo Sassari a casa loro e quella notte, dopo la vittoria, andai su YouTube a guardare i festeggiamenti passati dell’Olimpia. Vidi cos’era successo e da quel momento ho pensato solo che avrei voluto assaporare anche io quelle sensazioni.
Avevamo la possibilità di vincere lo scudetto a Bologna, ma al tempo stesso ero combattuto. Volevo vincere quella sera, ma mi dicevo che sarebbe stato più divertente vincere il titolo a casa nostra. Era un rischio, se avessimo perso Gara 6 magari avremmo perso anche Gara 7, ma vincere qui, con tutta la nostra gente, la mia famiglia, i miei amici, i tifosi che ci hanno davvero sospinto a raggiungere quel traguardo, è stato il culmine della stagione.
Fino ad arrivare, poi, alla memorabile gara 6 in cui una sua tripla contro Alessandro Pajola ha sancito definitivamente la vittoria dello scudetto per Milano. Una tripla che, insieme a tante altre segnate dal Chacho in biancorosso, rimarrà a lungo impressa nella memoria dei tifosi Olimpia.
Quelle sono le partite che senti che vincerai. Non sai come e perché ma le vincerai. Ci sono partite che ti rendi conto che perderai, altre che pensi di vincere ma sai che esiste la possibilità di perdere. Ma non quella. Era tutto perfetto. Sapevo che avremmo vinto. Avevamo giocatori come Kyle, Gigi, Shavon, loro quella sera erano pronti. Ma era così anche l’allenatore, tutto lo staff, tutta la gente. Eravamo pronti per vincere e per festeggiare. Tutto è andato nella nostra direzione. Ci sono tiri più facili che in altre situazioni sbagli, ma non in quella situazione, quando senti di avere la fiducia in te stesso hai anche fiducia di segnare tiri così difficili.
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