Viene pubblicato oggi l’aggiornamento congiunturale della Sardegna.
Nella prima parte del 2024 l’attività economica in Sardegna ha continuato a rallentare. Secondo le stime basate sull’indicatore trimestrale dell’economia regionale della Banca d’Italia (ITER), il prodotto sarebbe aumentato dello 0,4 per cento nei primi sei mesi dell’anno nel confronto con il periodo corrispondente del 2023, in linea con la media italiana.
Nel corso del 2024 il quadro congiunturale dell’industria in senso stretto in regione è rimasto debole, con andamenti eterogenei tra comparti. Sul settore metallifero hanno continuato a incidere l’incertezza circa il riavvio di alcuni grandi impianti e il possibile ulteriore ridimensionamento della base produttiva. Una dinamica più favorevole ha caratterizzato invece l’industria alimentare, soprattutto quella casearia, e la raffinazione dei prodotti petroliferi. In un contesto di debolezza ciclica e di elevata incertezza, le imprese hanno confermato i piani formulati all’inizio dell’anno, che prevedevano in prevalenza una contrazione della spesa per investimenti. Il valore della produzione nel comparto edile regionale si ridurrebbe lievemente nel complesso dell’anno in base alle previsioni degli operatori del settore, riflettendo il calo dell’edilizia residenziale privata, non compensato dall’espansione della domanda pubblica legata anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nei servizi si è registrata un’espansione dell’attività : nel turismo il volume di affari è cresciuto e anche i passeggeri presso gli scali portuali e aeroportuali della regione sono aumentati; il commercio ha continuato invece a risentire dell’ulteriore rallentamento dei consumi delle famiglie.
Nonostante l’indebolimento congiunturale, la redditività delle imprese si è mantenuta sui livelli elevati osservati l’anno precedente e anche le disponibilità liquide sono rimaste cospicue. In un contesto di tassi di interesse ancora elevati – ancorché in leggera diminuzione – e di condizioni di offerta che si mantengono rigide, i prestiti al settore produttivo hanno continuato a ridursi. La domanda rivolta agli operatori bancari è lievemente aumentata, soprattutto per le esigenze connesse con la ristrutturazione del debito.
Nel primo semestre è aumentato il numero degli occupati in regione, soprattutto nella componente autonoma. Per i contratti alle dipendenze nel settore privato non agricolo, i dati delle comunicazioni obbligatorie dell’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro indicano un saldo positivo tra attivazioni e cessazioni di posizioni lavorative nei primi otto mesi dell’anno, seppure leggermente più basso rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2023. A questa differenza ha contribuito prevalentemente la minore domanda di lavoro a tempo indeterminato; la creazione di contratti a termine è stata superiore a quella osservata nello stesso periodo dell’anno prima. Ha continuato ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e si è ridotto il tasso di disoccupazione.
Nella prima parte dell’anno si è osservata una ripresa del potere d’acquisto delle famiglie sarde, grazie all’aumento dei redditi nominali e alla moderazione della dinamica inflazionistica. La crescita dei consumi ha progressivamente rallentato, fino ad annullarsi nel primo semestre, in linea con la dinamica nazionale. I prestiti alle famiglie sono aumentati, a un tasso lievemente superiore rispetto a quello osservato alla fine del 2023, riflettendo sia la dinamica dei mutui immobiliari, sia quella del credito al consumo. In corrispondenza di una riduzione dei tassi di interesse, è tornata ad aumentare la domanda di finanziamento da parte delle famiglie, dopo il calo registrato l’anno precedente. Le condizioni di offerta si sono mantenute nel complesso stazionarie.
La qualità degli attivi bancari è rimasta stabile, sia nel flusso dei nuovi prestiti deteriorati in rapporto ai finanziamenti in bonis, sia in termini di incidenza sul totale dei crediti. I depositi in conto corrente sono tornati a crescere e quelli a scadenza hanno rallentato. È proseguito, seppur in decelerazione, l’incremento del valore dei titoli a custodia presso le banche.
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