I dati sull’abuso di alcol tra i giovani in Friuli.
Il fenomeno dell’abuso di alcol tra i giovani in Friuli Venezia Giulia sta assumendo proporzioni preoccupanti, con dati significativamente superiori alla media nazionale. È quanto emerso durante un affollato convegno organizzato dalla Storica Società Operaia di Pordenone in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune.
I dati: comportamenti a rischio in aumento
La dottoressa Cristina Meneguzzi, Direttrice del Dipartimento Dipendenze e Salute Mentale di ASFO Pordenone ha riportato alcuni dati importanti, tratti dallo studio PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) dell’Istituto Superiore di Sanità: i comportamenti definiti a maggiore rischio sono al 18% su base nazionale, mentre in Friuli Venezia Giulia sono al 29%, a Pordenone toccano il 27%.
Tra i 18 e i 24 anni c’è inoltre un 23% di giovani che afferma di fare uso del “binge drinking”, una pratica che prevede il consumo di elevate quantità di alcol in un breve lasso di tempo. Si riscontra inoltre un aumento progressivo dal 2020, post-Covid, e un abbassamento dell’età, cosa che preoccupa sempre di più.
Un fenomeno “silente” ma devastante
Nel corso del convegno l’alcolismo giovanile è stato definito come una “epidemia silente” che spesso passa inosservata ma che “in realtà è alla base di numerose problematiche di salute fisica e psicologica, comprese aggressività e violenza, minando anche un corretto sviluppo cognitivo“, come hanno sottolineato nell’introduzione la Consigliera SOMSI Lucilla Moro, coordinatrice dell’evento, e il dottor Guido Lucchini, Presidente dell’Ordine Provinciale Medici Chirurghi e Odontoiatri.
Interventi e strategie: un’alleanza necessaria
Un dato che non va trascurato anche secondo l’assessora alle Politiche Sociali del Comune di Pordenone Guglielmina Cucci, che ha rimarcato come “l’Ente pubblico, ma la collettività tutta, in quanto comunità educante, deve fare fronte comune nel creare un’alleanza forte con le famiglie, le scuole, gli enti del terzo settore”.
Della stessa opinione è anche Elisa Paiero, del Servizio giovani della Cooperativa Il Piccolo Principe, per la quale “è fondamentale, nella prevenzione, il ruolo delle figure adulte, quindi giocare in sinergia con gli insegnanti e coinvolgere le associazioni, le comunità locali e i gli amministratori politici, per ottenere i migliori risultati.”
I Club di alcolisti in trattamento: un’opportunità poco sfruttata dai giovani
Infine Loris Calligaro dell’ACAT Pordenone ha sottolineato che, pur essendo molti i Club di alcolisti in trattamento attivi sul territorio (circa 140 in Regione, 10 solo nell’area tra Pordenone e Porcia, 40 in tutto il distretto dell’Azienda Sanitaria), sono pochi purtroppo i giovani che li frequentano. Eppure affrontare e risolvere il problema, anche precocemente, è possibile, con l’aiuto anche dei moltissimi volontari che prestano la loro opera gratuitamente, a servizio delle famiglie e della comunità.
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