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Nuovo Giornale Nazionale – PIANO MATTEI: 21 I PROGETTI, 9 PAESI, 420 MILIONI DI EURO. #finsubito prestito immediato


Stando a quanto elenca Agenzia Nova, sono in totale 21 i progetti attualmente in corso d’opera nell’ambito del Piano Mattei, lanciato dal governo italiano nel gennaio scorso con l’obiettivo di avviare un rapporto “paritario e non predatorio” con il continente africano, per un totale di oltre 420 milioni di euro stanziati. Di questi, 17 riguardano i nove Paesi destinatari dei progetti pilota già individuati nel Piano, mentre gli altri quattro sono progetti regionali o transnazionali, che coinvolgono più Paesi, anche al di fuori del novero dei destinatari dei progetti pilota. È quanto emerge dalla prima relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei, aggiornata al 10 ottobre 2024, e trasmessa dal governo al Parlamento lo scorso 11 novembre. In base al documento, il primo progetto riguarda il “Recupero di terreni semi-aridi per la produzione agricola” in Algeria, che sviluppa e amplia un’iniziativa già avviata dalla società Bonifiche Ferraresi, con il supporto finanziario di Simest. La relazione indica la data di avvio del progetto per il mese di dicembre 2024, con la finalizzazione dei primi pozzi e la semina dei cereali. Viene anche precisato che il progetto prevede un partenariato tra Bonifiche Ferraresi (al 49 per cento) e il Fondo nazionale per gli investimenti algerino, e prevede la creazione di circa 6 mila posti di lavoro. Il secondo progetto riguarda l’istituzione, sempre in Algeria, di un centro di formazione professionale “a vocazione regionale”. Il progetto mira a istituire un centro di formazione per aziende ad alto avvio tecnologico. L’avvio del progetto è previsto per il 2025, anche se non stati ancora individuati i soggetti esecutori. La relazione indica che il progetto avrà un finanziamento misto italo-algerino, anche se non viene indicato il budget previsto. Il terzo progetto, in Costa d’Avorio, riguarda il “Sostegno al settore dell’istruzione primaria” ed è volto a rafforzare le infrastrutture e la formazione degli insegnanti in diverse aree del Paese. L’avvio è previsto nel primo semestre del 2025, anche se non sono stati ancora individuati i soggetti esecutori. Il progetto usufruisce di uno stanziamento di 15 milioni di euro, sui fondi “a dono” della cooperazione italiana. Sempre in Costa d’Avorio sono in fase d’avvio altri due progetti: il primo, che beneficia di un finanziamento di 49 milioni di euro (di cui 19 milioni a dono e 30 in credito d’aiuto) sui fondi della Cooperazione italiana, mira al rafforzamento del settore sanitario e intende potenziare il programma di sostegno alla Rete di religiosi che operano in ambito sanitario (Urssci) e sostenere l’ampliamento dell’ospedale Abobo di Adidjan, specializzato nella medicina materno infantile: entro il mese di giugno del 2025 si prevede l’avvio dei lavori di ampliamento dell’ospedale e di un centro di formazione per infermieri; il secondo riguarda il “Rafforzamento delle filiere agricole per la produzione destinata al consumo interno” (in particolare riso, mais, legumi e mango): si tratta di un progetto di Sace, il cui avvio è previsto nel secondo semestre del 2025. In Egitto è invece previsto un programma a sostegno della Scuola italiana di ospitalità “Enrico Mattei” di Hurghada, inaugurata lo scorso 24 ottobre, che mira a promuovere programmi educativi e professionali nell’ambito turistico e la cooperazione nella gestione dei flussi migratori per motivi di lavoro. L’avvio dei corsi, che si ritiene coinvolgeranno circa 200 studenti l’anno, è previsto per il primo trimestre del 2025. La realizzazione della scuola è curata dalla catena alberghiera egiziana Pickalbatros, con un finanziamento (di cui non è indicato l’ammontare) da parte del ministero italiano del Turismo, per l’invio dei docenti italiani. In Etiopia si prevede un “Programma di sostegno per lo sviluppo ambientale e la green economy”, che prevede la bonifica dell’area del lago Boye e la riqualificazione della città di Gimma. La sua esecuzione è affidata al governo etiope, con un finanziamento di 25 milioni di euro della Cooperazione italiana (13,5 milioni a dono, già erogati, e 11,5 come credito d’aiuto). Sempre in Etiopia il Piano prevede il supporto alla riforma dell’Università di Addis Abeba, per assicurarle una maggiore autonomia gestionale: l’avvio del progetto è previsto nel gennaio 2025. L’iniziativa è finanziata dal ministero dell’Università e della ricerca (che è anche soggetto esecutore), anche se non viene indicato l’ammontare dei fondi. Due i progetti in fase di avvio in Kenya: il primo, intitolato “Ampliamento della produzione di olio vegetale per biocarburanti”, ha l’obiettivo di sostenere la filiera locale dei biocarburanti, coinvolgendo in prospettiva fino a 200 mila piccoli agricoltori, in terreni marginali o degradati. Si prevede di introdurre migliori pratiche agricole e macchinari più moderni. L’esecuzione del progetto è affidata ad Eni, per complessivi 210 milioni di dollari, di cui 75 a valere sul Fondo italiano per il clima e 135 dalla Banca mondiale. Il progetto risulta avviato nello scorso mese di maggio. L’altro progetto in Kenya riguarda un “Programma di riduzione delle aflatossine” (cioè dei parassiti che infettano cereali e frutta secca): il progetto prevede l’acquisto di essiccatori mobili, attrezzatura di diagnostica e impianti di decontaminazione, nonché la creazione di un centro per l’eradicazione delle micotossine. L’avvio è previsto entro il primo semestre del 2025, con un finanziamento di 50 milioni di euro, di cui 20 a dono, a valere sui fondi della Cooperazione italiana.

Quanto al Marocco, si prevede la creazione di un Centro di formazione sulle energie rinnovabili e la transizione energetica, che sarà ospitato in una prima fase presso il Politecnico Mohammed VI, ma in prospettiva potrebbe essere trasferito in un complesso di proprietà italiana a Tangeri. Il primo corso di formazione si è tenuto nello scorso mese di ottobre. Nel corso del 2025 si prevede che il centro diventi operativo anche come incubatore di start up locali. Il progetto è finanziato dalla Fondazione Enel, in collaborazione con la fondazione italiana Res4Africa e con l’università marocchina. L’altro progetto riguarda il “Sostegno al settore sanitario attraverso il rafforzamento della telemedicina”: avviata lo scorso mese di maggio, l’iniziativa prevede lo sviluppo di sistemi di monitoraggio a distanza di pazienti con patologie croniche, evitando spostamenti e ospedalizzazioni. Il progetto è finanziato dalla società italiana Dedalus, attiva nella medicina digitale, e si avvale del supporto diagnostico dell’ospedale Gaslini di Genova.

Un progetto riguarderà anche il Mozambico, dove è prevista la creazione di un polo agroalimentare nella provincia di Manica, nel centro del Paese. Il progetto ha lo scopo di valorizzare la produzione locale, riducendo le importazioni, stimolando gli investimenti privati e migliorando le condizioni di lavoro. La realizzazione della struttura, che sarà curata del governo mozambicano, è prevista nel corso del 2025. Il progetto usufruisce di fondi per 38 milioni di euro della Cooperazione italiana, di cui 35 milioni come credito d’aiuto. In Repubblica del Congo è in corso d’opera un progetto che riguarda il “Miglioramento dell’accesso all’acqua potabile per la città di Brazzaville”, la capitale del Paese; il programma mira a realizzare una sistema di approvvigionamento di acqua che prevede di servire fino a 1,6 milioni di abitanti, assicurando una gestione sostenibile della risorsa. Si prevede la sua realizzazione nel triennio 2025/2027. Per il 2025 si prevede invece la finalizzazione degli studi di fattibilità. Il soggetto esecutore del progetto è la società pubblica congolese che ha in carico il sistema idrico, anche se la gestione e la manutenzione della rete sarebbe affidata a società private (con il possibile coinvolgimento di soggetti italiani). Il progetto ha un costo stimato di circa 300 milioni di euro, di possibile provenienza sia nazionale sia internazionale, che però non sono ancora finanziati.

Per quanto riguarda la Tunisia, il Piano Mattei prevede la realizzazione del progetto “Tandem” per la sicurezza alimentare: l’iniziativa prevede il recupero e il trattamento delle acque reflue, il miglioramento delle tecniche di cultura e l’incremento della meccanizzazione nelle aree colpite da siccità, oltre che i trasferimenti tecnologici tra le filiere agricole dei due Paesi. Nel primo semestre del 2025 si prevede l’approvazione degli studi di fattibilità e la definizione dei capitolati d’appalto. Il progetto ha un finanziamento per 33,6 milioni, con fondi a dono della Cooperazione italiana, cui dovrebbero aggiungersi finanziamenti del Fondo italiano per il clima e della Banca africana di sviluppo (non quantificati). Sempre in Tunisia da segnalare il progetto “Terna Innovation Zone”, che prevede la creazione, a Tunisi, di un centro per la formazione e l’accelerazione tecnologica a favore di aziende innovative nel settore energetico. L’inizio delle attività del centro è previsto nel primo semestre del 2025. Le sue attività saranno finanziate dall’azienda italiana Terna. Infine, sempre in Tunisia, è in corso d’opera il progetto di formazione, conservazione e valorizzazione di tre siti archeologici tunisini (Kerkpuane, Pupput e Neapolis). L’iniziativa, il cui avvio è previsto nel 2025, ha una durata di 36 mesi, e prevede diverse fasi, dal reclutamento del personale all’attività di cantiere.

Gli altri quattro progetti in cantiere riguardano invece iniziative regionali o transnazionali, che coinvolgono più Paesi. La prima, “Roadmap to Connect Africa to Europe for Clean Energy Production”, intende realizzare una mappatura delle infrastrutture di produzione di energie rinnovabili esistenti in Tunisia, Algeria ed Egitto (con possibile estensione ad altri Paesi del Nord Africa) e delle loro possibili interconnessioni con i Paesi dell’Ue, attraverso l’Italia. Il progetto, avviato lo scorso mese di maggio, si concluderà nel settembre del 2025, con la presentazione dei risultati dello studio (condotto dalla Banca mondiale). Il progetto è finanziato integralmente con fondi Ue, attraverso il Technical Support Instrument (Tsi). L’altro progetto regionale si intitola “AI Hub for Sustainable Development”. Il centro è stato istituito a Roma, in occasione della presidenza italiana del G7, con la collaborazione del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp). L’iniziativa ha lo scopo di rafforzare gli ecosistemi locali di intelligenza artificiale dei nove Paesi africani destinatari dei progetti pilota del Piano Mattei. Il centro intende poi potenziare (anche in termini di sicurezza) le infrastrutture locali dei dati, sostenere start up africane del settore e promuovere partenariati con centri di ricerca e università. L’avvio delle attività è previsto a gennaio 2025. L’hub – come indica la relazione – sarà co-finanziato anche con fondi a valere sul bilancio del ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Gli altri due progetti riguardano la Fase II del “Corridoio di Lobito”, che ha lo scopo di collegare la città di Luacano, in Angola, con Chingola, in Zambia, passando per la Repubblica democratica del Congo, per facilitare il trasporto di minerali e prodotti agricoli. Il progetto, che intende anche rimettere in funzione infrastrutture ferroviarie già esistenti, rappresenta uno dei maggiori progetti infrastrutturali nell’ambito del Global Gateway dell’Unione europea. Entro la fine del 2024 si prevede di finalizzare gli studi di fattibilità e le procedure per formalizzare la partecipazione italiana. Nel corso del 2025 saranno selezionate le società italiane dell’esecuzione dei lavori e della gestione dell’opera, mentre i lavori veri e propri inizieranno nel corso del 2026. Per quanto riguarda i profili economici, come si legge nella relazione, inizialmente la partecipazione finanziaria italiana potrà ammontare fino a 200 milioni di dollari. Da segnalare infine il progetto “Iniziative educative transnazionali e internazionalizzazione del sistema Afam”, cioè dell’Alta formazione artistica, coreutica e musicale. Il progetto consiste in due bandi del ministero dell’Università e la ricerca. Il primo riguarda progetti di ricerca tra istituti di diversi Paesi, partenariati accademici e programmi di “doppia laurea”. La relazione precisa che, in relazione a questo bando, 14 progetti (sui 24 complessivi) saranno riservati ai Paesi africani, cui saranno destinati 30 milioni di euro previsti dall’iniziativa (sui 50 complessivi). Il secondo bando, con una copertura complessiva di 87 milioni di euro, finanzia progetti di didattica, ricerca e promozione artistica per la promozione della cultura italiana. Per questo secondo bando l’importo dedicato alle iniziative in Africa è di 16 milioni di euro. Il progetto, che è stato avviato nello scorso marzo e che si chiuderà nel marzo del 2016, si rivolge a 38 Paesi africani.

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