Il via libera al «salva Milano» blinda l’urbanistica milanese messa sotto indagine dalla procura e spacca il centrosinistra. Martedì sera in commissione Ambiente alla Camera hanno votato a favore della norma la maggioranza di destra, il Pd e Azione; voto contrario per Avs e 5S che parlano rispettivamente di «sanatoria che apre la strada alla speculazione edilizia» e «maxi inciucio destra-Pd». Questa mattina la proposta di legge sarà discussa e votata dalla Camera per poi passare al Senato.
Di «salva Milano» si era iniziato a parlare ad aprile, dopo che la procura aveva avviato una serie di indagini su alcuni dei nuovi palazzi dello skyline meneghino, tutti autorizzati dagli uffici comunali come ristrutturazioni degli edifici precedenti anche se di fatto si trattava di nuove costruzioni che salivano oltre i 25 metri d’altezza. Il metodo era quello della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) che prevede una procedura semplificata con minori costi a carico dei costruttori e conseguentemente minori introiti da parte del comune.
Una modalità che si stima abbia attratto su Milano il 45% degli investimenti immobiliari nazionali degli ultimi anni: un’isola felice per i costruttori, un sistema illecito per i pm. Indaga anche la Corte dei Conti per presunto danno erariale: il comune con questo metodo avrebbe incassato dai costruttori meno di quanto potuto. In un caso, quello delle Park Towers, i magistrati contabili hanno quantificato in 321 mila euro i minori introiti del comune, colpevole di aver applicato uno sconto sugli oneri di urbanizzazione pagati dai costruttori del 60%.
Sotto indagine sono finiti professionisti e funzionari comunali, ma non vengono contestate tangenti. I dipendenti comunali dell’ufficio urbanistica almeno dal 2013, con l’entrata in vigore del decreto Fare, hanno lavorato con queste modalità semplificate che il sindaco Sala e l’assessore all’Urbanistica Tancredi rivendicano come corrette, volute per velocizzare le ristrutturazioni del vasto patrimonio ex industriale o dismesso. Dal capannone di un piano si è così passati alla torre da 20, ma senza piani attuativi di zona che prevedono un iter più lungo, un confronto con il territorio e una rimodulazione dei servizi perimetrati sul più alto numero di abitanti.
Le indagini sono nate da esposti presentati dai cittadini che si sono visti costruire grattacieli davanti alla finestra, oppure nuove costruzioni a ridosso dei parchi. Secondo la procura, per costruirle era necessario passare da un piano attuativo di zona. Proprio il giorno del voto del «salva Milano» in commissione, il tribunale del Riesame si è espresso sul ricorso presentato dai costruttori di uno dei cantieri finiti sotto sequestro, le residenze Lac a ridosso del parco delle Cave: «L’intervento edilizio è da considerarsi di nuova costruzione e non di ristrutturazione edilizia con rilevante impatto sul quartiere». I nuovi abitanti stimati in poco più di 200, per i giudici era necessario «un piano attuativo» di zona.
Il testo uscito dalla commissione Ambiente è una «interpretazione autentica della legge» cioè il legislatore, davanti a norme considerate controverse, ribadisce qual è l’interpretazione corretta. In questo caso, come chiedevano il sindaco Sala e il Pd, dà ragione al metodo Milano. «Una sanatoria con profili di illegittimità costituzionale che interviene su procedimenti penali in corso – ha commentato da Avs Bonelli, che ha votato no -. Ciò che è stato fatto a Milano potrebbe essere replicato nel resto d’Italia. Con una semplice Scia sarà possibile costruire grattacieli accorpando volumi di capannoni, rimesse e altre strutture, alterando gli standard urbanistici. Con diminuzione degli introiti da opere di urbanizzazione. Questa norma condanna il resto d’Italia a imponenti speculazioni immobiliari». Voto contrario anche da 5S: «Una sanatoria indegna. Un inciucione Pd-destra in barba ai carichi urbanistici» ha commentato il vicecapogruppo alla Camera Santillo.
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