Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità è diventato fondamentale per governi, aziende e cittadini. La crisi climatica ci spinge a trovare soluzioni innovative, e la tecnologia si rivela un alleato chiave per raggiungere obiettivi che prima sembravano impossibili.
In Italia, il connubio tra tecnologia e sostenibilità è molto attuale. Se da un lato ci sono sfide da affrontare, dall’altro ci sono molte opportunità grazie alle nuove tecnologie. La sostenibilità implica garantire un futuro migliore per le prossime generazioni, senza esaurire le risorse naturali. E per farlo, abbiamo bisogno di soluzioni tecnologiche come la building automation, che offre un contributo all’efficienza energetica degli edifici.
Building automation per edifici efficienti
La building automation comprende sistemi intelligenti per il controllo automatizzato di illuminazione, riscaldamento, ventilazione e sicurezza degli edifici. Queste tecnologie permettono di ottimizzare i consumi energetici, riducendo gli sprechi e migliorando la gestione delle risorse. Per esempio, l’automazione degli edifici permette di regolare automaticamente l’illuminazione e il riscaldamento in base alla presenza di persone e alle condizioni climatiche, abbattendo i consumi energetici e riducendo le emissioni di CO2.
In Italia, la necessità di interventi su edifici vecchi e poco efficienti è urgente. La riqualificazione energetica, supportata dalle tecnologie digitali e dall’automazione, può fare la differenza. L’Internet of Things (IoT) e la building automation permettono di automatizzare diversi aspetti della vita quotidiana e della gestione degli edifici, riducendo i consumi energetici. Secondo l’ENEA, queste tecnologie potrebbero far scendere i consumi domestici del 30% entro il 2030. Questo è in linea con le direttive europee che mirano alla decarbonizzazione degli edifici entro il 2050.
Inoltre, i metodi tradizionali di produzione energetica basati sui combustibili fossili non sono più sostenibili. Fortunatamente, le tecnologie rinnovabili, come il solare e l’eolico, stanno cambiando il nostro modo di produrre e consumare energia. L’Italia sta già muovendo passi significativi in questo senso. L’automazione e l’intelligenza artificiale stanno ottimizzando i processi produttivi e riducendo gli sprechi. Secondo McKinsey, queste tecnologie potrebbero abbattere le emissioni di CO2 del 25% entro il 2030 a livello globale. Certo, c’è ancora molto da fare, ma l’Italia sta seguendo questa direzione.
Un settore in forte crescita è quello delle energie rinnovabili. L’Italia ha un grande potenziale per il solare, l’eolico e il geotermico. Secondo il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), nel 2022, il 40% del fabbisogno energetico nazionale è stato coperto da fonti rinnovabili, con il solare che contribuisce per circa il 10%. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che prevede di ottenere il 55% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2030, dobbiamo investire in sistemi di accumulo energetico. Questi sistemi aiuteranno a superare il problema dell’intermittenza delle fonti rinnovabili.
Le aziende italiane investono in sostenibilità
Anche le aziende italiane stanno iniziando a prendere sul serio la sostenibilità, non solo per rispettare le leggi, ma anche per rispondere alle aspettative dei consumatori. Secondo un’indagine di Ipsos, il 72% degli italiani ritiene che le aziende debbano fare di più per ridurre il loro impatto sull’ambiente. Di conseguenza, molte aziende stanno investendo in soluzioni sostenibili. Ad esempio, nel settore della moda, si stanno utilizzando tecnologie che riducono il consumo di acqua e sostanze chimiche. Il progetto “Fashion for Good” coinvolge aziende italiane del settore tessile, puntando a promuovere l’economia circolare attraverso innovazioni tecnologiche.
Tuttavia, ci sono ancora diverse sfide da affrontare. Una delle principali è la mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo (R&D). L’Italia investe solo l’1,45% del suo PIL in R&D, mentre la media europea è del 2,2% (dati Eurostat). Questo divario può rallentare l’innovazione, soprattutto tra le piccole e medie imprese (PMI), che sono una parte fondamentale dell’economia italiana.
Un altro problema è la formazione della forza lavoro. Per affrontare la transizione tecnologica, servono competenze specifiche. Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) 2023, l’Italia è ancora sotto la media europea in termini di competenze digitali.
Con un mix di energia rinnovabile, digitalizzazione, automazione degli edifici e innovazione tecnologica, potremmo ottenere grandi risultati. Tuttavia, servirebbero più investimenti e formazione per sfruttare appieno queste potenzialità.
Con il giusto supporto da istituzioni e aziende, l’Italia potrebbe diventare un modello di riferimento in Europa per la sostenibilità tecnologica e contribuire a garantire un futuro migliore per le prossime generazioni.
A cura di Impianti a Livelli, ANIE CSI
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