Il più grande piano di sviluppo del Paese, Vision 2030, ha aperto le porte non più solo ai grandi gruppi legati all’Oil & Gas, ma anche a imprese delle costruzioni, delle infrastrutture e del design di tutte le dimensioni.
Con un Pil in crescita e un’economia in espansione alimentata dal piano “Vision 2030” negli ultimi anni l’Arabia Saudita ha avviato un forte percorso di trasformazione economica e sociale. Lanciato per diversificare il sistema produttivo, ridurre la dipendenza dal petrolio e promuovere settori come turismo, intrattenimento, edilizia e cultura, l’Arabia Saudita ne sta traendo i suoi benefici, aprendo le porte a investitori internazionali e adottando politiche e normative per facilitare l’ingresso di aziende estere. Secondo i dati più recenti del Ministero dell’investimento dell’Arabia Saudita (Misa), il mercato saudita del design e dell’arredamento ha raggiunto un valore di circa 5 miliardi di dollari nel 2024, con una previsione di crescita annuale del 7-8% fino al 2030. Si stima che entro il 2030 saranno costruiti 1,5 milioni di unità abitative. L’importazione di prodotti di arredamento ha registrato un incremento del 12% dal 2021, con l’Italia tra i principali Paesi esportatori con una quota che ha raggiunto un valore di circa 200 milioni di euro. L’aumento degli investimenti nel settore immobiliare, la costruzione di nuove residenze e complessi turistici, insieme al boom dell’ospitalità, sono i principali driver di questa crescita. Progetti di lusso e sviluppi residenziali di alto livello stanno trainando la domanda di arredamento di fascia alta e design su misura. Il settore residenziale rappresenta circa il 60% del mercato totale, seguito dal settore commerciale e dall’ospitalità.
I grandi progetti in cantiere
Una delle iniziative più ambiziose della Vision 2030 è il progetto della città futuristica di Neom da 500 miliardi di dollari che mira a diventare un hub per l’innovazione tecnologica e la sostenibilità. C’è poi il Royal Arts Complex della King Salman Park Foundation, in costruzione a Riyadh che coprirà un’area di oltre 5 mila mq e comprenderà un museo, il teatro e il Royal Institute of tradition arts e il The Red sea project che, con un investimento di 50 miliardi di dollari, prevede lo sviluppo di resort di lusso e strutture ricettive su una serie di isole lungo la costa del Mar Rosso. Diriyah Gate è invece un’iniziativa di riqualificazione storica volta a trasformare l’omonima zona in una destinazione culturale e turistica di livello mondiale. Qiddiya, la città a tema intrattenimento creata a Riyadh sarà invece, con un investimento di 30 miliardi di dollari, la sede del primo distretto al mondo dedicato al gaming e agli eSports. L’obiettivo è quello di attirare gamer e appassionati provenienti da tutto il mondo e consolidare l’Arabia Saudita come epicentro del settore. E ancora, il King Abdullah financial district (KAFD) a Riyadh, è destinato a diventare il principale centro finanziario del Medio Oriente.
Collaborazioni e joint venture: un approccio strategico
“Una delle vie più efficaci per le imprese italiane per entrare nel mercato saudita è attraverso collaborazioni e joint venture con partner locali”, spiega Mauro Marzocchi, segretario generale della Camera di commercio italiana negli Emirati Arabi Uniti (Iicuae). “Queste partnership possono facilitare l’ingresso nel mercato, offrendo accesso a reti di distribuzione già esistenti e aiutando a navigare la complessa burocrazia saudita. Inoltre, le imprese locali possono offrire una preziosa conoscenza delle preferenze e delle tendenze del mercato. Ci sono poi molte agevolazioni. Il governo saudita, attraverso la Saudi Arabian General Investiment Authority (Sagia), ha implementato diverse misure per attrarre investitori stranieri, offrendo incentivi fiscali, fino all’esenzione, agevolazioni per l’acquisto di terreni e la semplificazione delle procedure burocratiche. Questo crea un ambiente favorevole per le imprese italiane che desiderano stabilire una presenza diretta o formare alleanze strategiche”. La Saudi foreign investment law, introdotta nel 2000 e successivamente aggiornata, è stata una delle prime misure per liberalizzare l’economia e facilitare gli investimenti esteri diretti. Questa legge consente agli investitori stranieri di possedere il 100% delle attività in vari settori, eliminando l’obbligo di avere un partner locale per molte aree strategiche. É stata poi promossa una legge sui contratti pubblici, che consente alle aziende straniere di partecipare a gare d’appalto pubbliche.
Sostenibilità e innovazione, due pilastri fondamentali
L’attenzione alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica sta diventando sempre più rilevante in Arabia Saudita. Il paese sta investendo in soluzioni ecocompatibili per lo sviluppo urbano e l’edilizia, aprendo nuove opportunità per le aziende che offrono prodotti e materiali a basso impatto ambientale. Con il crescente interesse per la transizione verso un’economia verde, le leggi relative all’efficienza energetica e alla costruzione sostenibile sono diventate centrali per l’industria edilizia saudita. Le nuove normative obbligano l’adozione di tecnologie ecocompatibili nei nuovi progetti di costruzione, come sistemi di illuminazione a led, materiali per l’isolamento termico, e tecnologie avanzate per la gestione dell’energia. Il governo saudita ha anche varato politiche specifiche per attrarre start-up e aziende innovative. Gli investimenti in ricerca e sviluppo, la concessione di sovvenzioni per progetti innovativi e la creazione di incubatori d’impresa a Riyadh e Jeddah, tra cui il Misk Innovation e il Saudi Technology Development and Investment Company (TAQNIA), sono parte integrante della strategia del paese per sviluppare nuove tecnologie e migliorare il settore manifatturiero, incluso quello dell’arredamento.
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