Il 31 ottobre 2024 entrano ufficialmente in vigore i nuovi dazi imposti dalla Commissione europea sull’importazione di auto elettriche cinesi. Una misura mirata a sostenere la competitività dell’industria automobilistica europea contro i sussidi statali di cui godono molti marchi cinesi. I dazi, variabili tra il 17% e il 35,3%, colpiranno principalmente i produttori cinesi come BYD, Geely, e Saic, ma anche marchi europei e americani che assemblano veicoli elettrici in Cina, come alcune versioni di Tesla, Volkswagen e BMW.
Per esempio, Tesla Shanghai dovrà affrontare un dazio del 7,8%, mentre la joint venture BMW Brilliance subirà un aumento del 20,7%. Questa politica, secondo Bruxelles, vuole ristabilire condizioni di concorrenza e salvaguardare i posti di lavoro nell’industria dell’automobile europea.
Tuttavia, le tensioni sono elevate, soprattutto in Germania, un paese che ha forti interessi di esportazione verso la Cina e teme ritorsioni commerciali. Questo incremento dei dazi potrebbe comportare un significativo aumento dei prezzi per numerosi modelli di auto elettriche sul mercato europeo, influenzando il portafoglio di chi sceglie veicoli a batteria, sia cinesi sia alcuni modelli prodotti da marche europee in territorio cinese.
Auto elettriche, nuovi dazi doganali
L’extra tassazione avrà valori differenti per ciascun marchio automobilistico, a seconda che abbia o meno collaborato alle indagini svolte dalla UE nei mesi scorsi, andandosi ad aggiungere all’imposta del 10% già in essere. Si andrà quindi da un minimo del 17,8% a un massimo del 35,3%.
Ciò significa che alcune EV cinesi vendute nel Vecchio Continente potranno essere costrette a pagare un dazio totale fino al 45,3%, costringendo i produttori ad aumentare i prezzi di una quota non ancora definita.
La Commissione europea prevede di tassare differentemente i diversi brand e le loro auto elettriche, sulla base degli aiuti di Stato già ricevuti in patria e del livello di collaborazione prestato nella fase di indagine avviata prima della proposta dei nuovi dazi 2024.
Ci sono quindi gruppi come BYD che si preparano ad affrontare un dazio aggiuntivo del 17% e Geely che vede l’imposta d’impostazione europea crescere del 18,8%, mentre su SAIC, nota in Europa per il marchio MG Motor, incombe un balzello del 35,3%.
Un altro gruppo cinese che si appresta ad affrontare il “salato” aumento dei dazi in Europa (18,8%) è il gruppo Geely, quello che tra i marchi ha anche gli europei smart, Volvo, Polestar, Lotus e Lynk & Co.
Il gruppo più colpito dai nuovi dazi europei all’importazione è anche il più grande dei colossi cinesi, quel SAIC Motor che oggi è presente da noi con il marchio MG e si prepara a dover versare una tassa aggiuntiva del 35,3%.
Rispetto al possibile aumento dei prezzi, per ora Tesla ha risposto ai nuovi e più pesanti dazi in questa direzione, ma i listini potrebbero presto essere rivisti verso l’alto da tutti. Una parte dei dazi potrebbe essere “assorbita” dalla Casa stessa, mentre la rimanente dovrebbe andare a carico dell’acquirente
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