Sembra di essere tornati ai “tempi cupi” e cruenti degli striscioni reciprocamente minacciosi negli stadi. “Vesuvio lavali” e “Giulietta è…”. Beh, l’epiteto lo ricordiamo tutti.
L’intento è sicuramente completamente diverso. Il ministro leghista per gli Affari regionali del governo Meloni non ha certamente tutto questo intento bellicoso contro il Molise. Tuttavia le sue dichiarazioni sono incendiarie.
«Io dico più autonomia sì. Che noi dobbiamo sottostare oggi alla riforma Bindi con le varie leggi di bilancio che ogni anno ti dicono che cosa devi fare e non fare è una cosa incredibile. I compartimenti sono stagni. Come si fa a paragonare il Molise con la Lombardia, 350mila abitanti contro 10 milioni? Le risposte saranno sicuramente diverse».
350mila abitanti magari! 350mila abitanti una volta forse, ma tanto tempo fa. Qualunque cosa intenda Roberto Calderoli, che così si è espresso dal palco degli Stati generali della sanità organizzati dalla Lega a Milano, ha battuto sul tasto del criterio demografico collegandolo al riparto del Fondo sanitario. «Allora, dico perché non dire a una Regione “mi devi rispettare i Lea, mi devi essere in equilibrio di bilancio e poi fai quello che vuoi?”», ha aggiunto Calderoli.
Affermazioni che, anche a non voler troppo soffiare sul fuoco della polemica, sembrano molto in contrasto con le rivendicazioni del centrodestra molisano.
Il papà della legge sull’autonomia differenziata ha anche ribadito che l’attuazione del meccanismo previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione serve perché lo Stato spende troppo e male. «Quando qualcuno mi chiede perché conviene l’autonomia, dico perché lo Stato spende troppo, con 3mila miliardi di debito pubblico, e male». E ha aggiunto: «In materia di giustizia spendiamo di più rispetto ad altri Stati europei. Direi che l’amministrazione della giustizia non brilla. Altra materia statale è l’istruzione – ancora Calderoli –, siamo al 31esimo posto su 36 Paesi Ocse sulle materie scientifiche. Prendiamo poi la tanto vituperata sanità, anche in maniera strumentale. Per il 90% è gestita dalle Regioni e l’Italia è nella top ten in tutte le classifiche». Tornando poi sulla sanità, «si continua a dire che le risorse sono troppo poche, ce ne vorrebbero sempre di più ma quest’anno ci sono 136,5 miliardi che è in valore assoluto il record storico. Si può fare di più? Io dico di sì, ma non posso accettare chi accusa questo governo dicendo che ha tagliato i fondi, è falso. Chi critica è chi quei numeri li ha tagliati veramente». r.i.
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