Si è svolto a Perugia, venerdì 22 novembre nella sede Coldiretti Umbria, l’incontro ‘Un brutto vizio: il commercio illecito nel settore dei tabacchi’, evento promosso nell’ambito del tavolo Maciste (Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi ed E-cig) dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema alimentare, in collaborazione con Philip Morris Italia. L’incontro ha rappresentato un’occasione per fare il punto sullo stato delle cose in Italia e in Umbria, regione con una forte tradizione tabacchicola e quindi potenzialmente esposta alle conseguenze del fenomeno sul mercato legale. Esperti nazionali del settore hanno analizzato e discusso le ultime evidenze relative al fenomeno, insieme alle misure di contrasto adottate dagli attori coinvolti.
All’evento hanno partecipato Carlo Ricozzi, già generale del Corpo d’Armata della Guardia di Finanza e coordinatore del Tavolo Maciste, attraverso un intervento video, così come Albano Agabiti, presidente Coldiretti Umbria. Presenti Piergiorgio Marini, senior manager Value chain relations & Illicit prevention di Philip Morris Italia; Sergio Riccardi, Comandante Carabinieri Nas Perugia; Enrico Fiorenza, comandante Nucleo Polizia economica-finanziaria di Perugia; Luisa Maurizi, senior leaf manager di Philip Morris Italia e Massimo Spigola, direttore Organizzazione nazionale Tabacco (Ont) Italia. Sono intervenuti, inoltre, Antonio Donato, consigliere delegato della sindaca sui temi della sicurezza e della legalità del Comune di Perugia, e Anna Chiacchierini, presidente Coldiretti Perugia.
Come emerso dagli ultimi dati del Rapporto Kpmg sul consumo illecito di sigarette in Europa, commissionato da Philip Morris Product SA, l’Umbria, insieme ad Abruzzo, Lazio, Liguria e Toscana, si conferma la Regione con la minore percentuale di consumo illecito in Italia, inferiore all’1% e un volume di sigarette illecite consumate inferiore al milione.
“Siamo particolarmente soddisfatti di constatare che anche nel 2023 l’Umbria è stata fra le Regioni Italiane con il più basso consumo di sigarette illecite – ha dichiarato Marini –. Questo grazie a una consolidata tradizione di legalità e all’attenta attività di vigilanza e controllo esercitata da parte delle Forze dell’Ordine. A contribuire a questo record positivo il ruolo centrale rivestito dall’Umbria all’interno della catena del valore di Philip Morris Italia. In Umbria, dove si trovano 9.500 degli oltre 28mila addetti che lavorano nell’ambito della nostra filiera agricola, acquistiamo infatti oltre il 37% della produzione tabacchicola regionale. Non solo, nella Regione si trova anche lo European Leaf Warehousing Center, centro di primo stoccaggio del tabacco destinato ai principali siti produttivi dell’azienda in Europa e il Philip Morris Disc di Terni, l’avanzato centro di assistenza digitale dedicato agli attuali e potenziali consumatori dei nostri prodotti senza combustione”.
Sempre secondo il Rapporto Kpmg, in un quadro europeo di sostanziale peggioramento del fenomeno illecito, con 35,2 miliardi di sigarette illecite consumate (8,3% del consumo totale) e 11,6 miliardi di euro di mancante entrate fiscali, l’Italia si conferma anche nel 2023 una best practice nel contrasto al fenomeno. La percentuale di consumo illecito è infatti ulteriormente diminuita, arrivando all’1,8% del totale (-0,5% rispetto al 2022), per quanto la perdita stimata di entrate fiscali ammonti alla cifra considerevole di circa 219 milioni di euro. Impressionante il confronto con alcuni Paesi come la Francia, dove il consumo illecito di sigarette nel 2023 si è attestato alla percentuale record del 33%, caratterizzati da approcci regolatori e fiscali particolarmente restrittivi.
Guardando allo scenario europeo in termini di consumo illecito di sigarette, l’Italia si pone tra i Paesi virtuosi, ma c’è una apparente contraddizione: “Se da una parte il nostro Paese si colloca fra quelli dove il consumo di sigarette illecite è minore – ha spiegato Ricozzi – dall’altra parte vi si registra la maggior parte di sequestri, denunzie e arresti, cosa certificata dall’Organizzazione mondiale delle Dogane. Questo perché le rotte del contrabbando vedono il nostro Paese come luogo di transito. Dal Nord Africa, dall’Europa dell’Est, dai Balcani, dal Sud-est asiatico, dal Sud-est della Penisola Arabica, i traffici raggiungono l’Italia e da lì si irraggiano in quei Paesi dove è più alto il prezzo al consumo delle sigarette, tra i quali Francia, Regno Unito e Irlanda”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link