Quattro militari italiani della missione Unifil sono rimasti feriti dopo che la base nel sud del Libano dove si trovavano è stata colpita. I quattro, secondo quanto si apprende da fonti di governo, non sarebbero in pericolo di vita. La base di Shama è stata raggiunta da due razzi da 122 millimetri lanciati probabilmente da Hezbollah (come conferma il ministro degli Esteri Tajani), uno dei quali ha impattato contro l’esterno del bunker, la cui struttura non ha comunque ceduto. Alcuni dei soldati sono stati però investiti da schegge di vetro e pietrisco e per questo lievemente feriti. Sono in corso le indagini per stabilire la dinamica di quanto accaduto.
I feriti sono della Brigata Sassari – Sono quattro caschi blu della Brigata Sassari i militari rimasti feriti. La Brigata Sassari ha assunto il comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil ad agosto scorso e rimarrà nell’area operativa sino a febbraio. I 500 ‘dimonios‘ della Sassari appartengono al Comando Brigata, al 151/o Reggimento fanteria, al Reggimento logistico, al 5/o Reggimento genio guastatori di Macomer e al 45/o Reparto Comando e Supporti Tattici “Reggio”. I soldati erano nei bunker perché era scattato il livello di allerta 3 – segnalato durante i momenti di particolare pericolosità per attacchi tra Israele ed Hezbollah in quel momento – che impone anche l’utilizzo di elmetto e giubbotto. “Stiamo ancora analizzando la traiettoria dei razzi esplosi, e confermiamo le condizioni lievi dei militari feriti”, ha detto il portavoce Unifil, Andrea Tenenti.
Da giorni scontri nella zona – Nell’area di Shama, dove si trova la base Unifil con i militari italiani, da giorni sono in corso scontri tra Hezbollah e l’Idf. Secondo quanto si apprende da qualificate fonti a conoscenza della situazione, lo scorso 14 novembre, dunque ormai più di una settimana fa, le unità dell’esercito israeliano hanno raggiunto il villaggio di Shama e stanno tentando di neutralizzare i bunker e i depositi di armi di Hezbollah. E proprio questa mattina, poco prima che si verificassero le esplosioni, l’Idf aveva abbattuto due droni di Hezbollah nei pressi della base. Sempre secondo le fonti, sulla sede del comando del contingente italiano in Libano, sarebbero arrivati tre colpi, attorno alle 13: uno di questi sarebbe esploso vicino a “Casa Italia”, un edificio che è adibito a pizzeria: un altro, invece, è finito sul bunker numero 2, all’interno del quale erano presenti i militari italiani.
Meloni: “Profonda indignazione” – “Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano”, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Ribadisco ancora una volta – ha aggiunto – che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di Unifil e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili”.
Crosetto: “Israele eviti l’utilizzo delle basi Unifil come scudo” – “È intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita”, ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Cercherò di parlare – ha aggiunto – con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”. “Ho immediatamente contattato il comandante del contingente, Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni”, ha aggiunto Crosetto. “Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifil permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie“.
M5s: “Crosetto chiarisca su ruolo Israele” – Alle dichiarazioni di Crosetto replicano i parlamentari del Movimento 5 Stelle della commissione Difesa del Senato, che – dopo la condanna dell’attacco – pongono diversi quesiti al ministro: “Chiediamo a Crosetto di chiarire il suo riferimento a Israele sull’uso delle basi Unifil come scudi: perché ne ha parlato? Quali informazioni ha sulla dinamica di questi attacchi di Hezbollah? Quali le responsabilità delle forze israeliane? Stanno volutamente mettendo in pericolo i nostri soldati facendosi scudo di loro? Inoltre vogliamo sapere dal ministro della Difesa che fine ha fatto la sua proposta di rivedere il mandato e le regole d’ingaggio Unifil che il ministro aveva avanzato ormai oltre un mese fa. Non possiamo consentire che la vita dei nostri militari sia quotidianamente messa in pericolo dall’una o dell’altra parte in guerra”, dichiarano i parlamentari M5s.
Tajani: “Missili lanciati da Hezbollah” – Quelli che hanno colpito la base Unifil “dovrebbero essere due missili, da quello che si vede, lanciati da Hezbollah. Ancora una volta è inaccettabile quello che sta accadendo e così come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione“, così “diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato”, ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani aggiungendo che nessuno ha riportato ferite gravi, “si tratta solo di escoriazioni e un luogotenente pare abbia ferite leggere. Nessuno di loro è in pericolo” ma “è intollerabile quanto accaduto”.
Unifil: “Attacchi devono cessare immediatamente” – L’Unifil, in una nota emessa dopo il ferimento di quattro militari italiani del contingente, “esorta vivamente le parti in lotta a evitare di combattere vicino alle sue postazioni. L’inviolabilità dei locali e del personale delle Nazioni Unite deve essere sempre rispettata”. “Qualsiasi attacco contro le forze di pace costituisce una grave violazione del diritto internazionale e della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, si legge ancora. “Gli attacchi deliberati o accidentali contro le forze di pace in servizio nel Libano meridionale devono cessare immediatamente per garantire la loro sicurezza e sostenere il diritto internazionale”.
I precedenti – Martedì scorso otto razzi da 107 millimetri hanno raggiunto lo stesso quartiere generale del contingente italiano. In quell’occasione erano state colpite alcune aree all’aperto e il magazzino ricambi della base, dove non era presente alcun soldato. Cinque militari italiani erano stati messi sotto osservazione in infermeria. Anche in questo caso si era trattato di razzi lanciati da Hezbollah. I precedenza le basi dell’Unifil, anche quelle italiane, erano state interessate da ripetuti attacchi dell’esercito israeliano.
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