TREVISO – Un questionario per capire dove sta andando l’edilizia in Veneto e quale futuro abbia il settore artigiano di fronte alle sfide dei prossimi 15 anni. Lo ha promosso Confartigianato Imprese Veneto, intervistando 160 imprese, con l’obiettivo di stimolare una riflessione sulla necessità di attivare nuovi approcci e nuove modalità nel fare impresa dopo l’esaurirsi della fase straordinaria legata al Superbonus e al Pnrr.
INDICATORI POSITIVI
«La lettura di lungo periodo dei principali indicatori delle imprese del settore artigiano edile iscritte a Edilcassa Veneto», spiega Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «evidenziano un miglioramento generale degli indicatori nel corso degli anni. In particolare, tra il 2021 e il 2023 le imprese più strutturate hanno avuto incrementi medi di fatturato del 19,4%, e una crescita del valore aggiunto medio del 20%. Le piccole e le microimprese, al contrario, fanno segnare una diminuzione di fatturato (- 5,6%) che nel caso delle micro diventa consistente (- 18,2%), evidenziando un problema strutturale di dimensionamento che comporta minore organizzazione ed efficienza». Nessuna delle aziende con oltre cinque dipendenti pensa di uscire dal mercato nei prossimi anni, anche tra le imprese under 35. La quasi totalità del campione (88%) percepisce che il settore delle costruzioni sta attraversando una fase di forte cambiamento. Tra le strategie da adottare, in testa l’adozione di nuove tecnologie (64%), le professionalità di alto livello (63%), la sostenibilità nei prodotti e nei processi (54%), le certificazioni (54%), modi di costruire (53%), l’aggregazione di imprese (47%), la riorganizzazione dei rapporti di filiera (44%), la standardizzazione dei processi di lavoro (43%) e le reti di imprese (38%).
LE PROSSIME SFIDE
«Le sfide alle quali le imprese artigiane pensano che dovranno assolutamente far fronte in futuro», sottolinea il presidente Oscar Bernardi, «sono ancora una volta la scarsità di manodopera e in particolare quella specializzata, sfida riconosciuta dal 96% del campione. Seguono poi la presenza di vincoli normativi (83%) e il passaggio generazionale, sfida individuata dal 65% degli intervistati». Il questionario ha anche esplorato la propensione all’innovazione, ambito nel quale il 45% delle imprese artigianali ha investito in corsi di formazione, mentre il 33% hanno puntato sull’acquisto di nuovi mezzi a basso impatto ambientale. Rispetto alla tecnologia, un’impresa artigiana su quattro ha acquistato droni e laser scanner mobili, con a seguire investimenti in materiali innovativi. Un’azienda su due ritiene di dover essere più innovativa tecnologicamente. Tuttavia, la mancanza di manodopera specializzata con competenze tecniche e la mancanza di tempo rappresentano le barriere principali all’innovazione. Tra le competenze più ricercate in futuro sono quelle in materiali innovativi e sostenibili (52%), seguite da competenze specializzate in nuove tecniche di costruzione. Per gli impiantisti le competenze specializzate riguardano l’impiantistica seguita dall’energia rinnovabile. L’associazione di categoria rappresenta per il 60% del campione il principale canale di aggiornamento.
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’
«Proiettandosi al futuro», conclude il presidente Oscar Bernardi, «la nostra indagine ha individuato tra le principali sfide proprio le richieste di innovazione e la sostenibilità, senza dimenticare l’ottimizzazione dei processi e della gestione stessa delle imprese. Per il settore artigiano si tratta di affrontare le nuove tecniche di costruzione e di ristrutturazione, per adeguarsi fin da oggi al paradigma della sostenibilità, rivedendo modi e modelli di produzione secondo nuovi approcci integrati a livello di filiera».
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