Sfuma l’ipotesi di una nuova pace fiscale, con rottamazione in 120 rate, così come si fa sempre più stretta la strada per l’estensione del regime forfettario fino a 100.000 euro in Legge di Bilancio 2025. Le parole del Deputato della Lega, Alberto Gusmeroli
Ci sarà una nuova pace fiscale nel 2025? E quale sarà il futuro della flat tax, si va verso l’estensione del regime forfettario fino a 100.000 euro?
Il cammino è in salita, e a confermare che difficilmente in Legge di Bilancio 2025 vi saranno novità per ambedue le tematiche è stato il Deputato Alberto Gusmeroli, Presidente della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera e responsabile Fisco della Lega.
Intervistato da Informazione Fiscale, Gusmeroli ha escluso la possibilità di una nuova rottamazione delle cartelle nel 2025. Appare poco plausibile anche l’estensione del forfettario oltre la soglia attuale di 85.000 euro, mentre resta in campo la possibilità di un aumento del limite di reddito da lavoro dipendente e pensione che comporta l’impossibilità di applicare la flat tax.
Pace fiscale 2025: fuori dalla Manovra la “vera rottamazione” proposta da Gusmeroli
Porta la firma di Gusmeroli l’emendamento presentato in Commissione Bilancio della Camera per introdurre, con la Legge di Bilancio 2025, una nuova rottamazione delle cartelle con regole di pagamento più soft.
L’emendamento, dichiarato inammissibile per carenza di coperture, proponeva nei fatti una nuova stagione di pace fiscale per il periodo dal 2000 al 2023, con la possibilità per gli aderenti di rottamare le cartelle esattoriali pagando il debito maturato in 120 rate, senza l’aggravio di sanzioni e interessi.
Una proposta sulla quale, dopo lo stop in Commissione alla Camera non vi saranno nuovi tentativi di riproposizione in Senato:
“ci sono tutta una serie di temi che si sovrappongono e quindi rendono difficoltoso per il Governo a provare una norma di questo tipo.”
Questo quanto dichiarato dall’Onorevole Gusmeroli ai microfoni di Informazione Fiscale.
L’idea di una “vera rottamazione, più che rottamazione quinquies”, rappresenta un’evoluzione delle precedenti edizioni di definizioni agevolate delle cartelle soprattutto per quel che riguarda le regole del piano di rientro.
Una delle principali criticità delle rottamazioni che si sono susseguite negli anni è stata ed è legata ai tempi di pagamento e al fatto di dover pagare il debito maturato, seppur scontato di sanzioni e interessi, in tempi brevi. La stessa pace fiscale tutt’ora in corso – per la quale il 2 dicembre è fissata la prossima scadenza – ha previsto un conto iniziale importante, con l’obbligo di versare il 20 per cento del dovuto in occasione dei primi due pagamenti.
Per evitare il rischio decadenza, e quindi l’insuccesso della misura, Gusmeroli propone “120 rate tutte uguali”, da versare in 10 anni. Inoltre,
“se non riesci a pagare una rata non perdi la il beneficio della rottamazione, cioè di non avere le sanzioni di interessi, ma devi non pagare cinque rate come avviene nella contrattualistica”.
L’obiettivo è agevolare “cittadini, piccoli artigiani, commercianti e liberi professionisti con pregressi elevati”, consentendogli di mettersi in regola e garantire di contro la riduzione del magazzino fiscale, che ha raggiunto “la cifra monstre di 1.200 miliardi, cifre pazzesche e che continuano a crescere di anno in anno”.
Una proposta che, sebbene sia stata di fatto tagliata fuori dalla Legge di Bilancio, Gusmeroli auspica e spera che possa trovare la sua strada nei primi mesi del 2025.
“Incrociamo le dita ma non molliamo. Io proporrò in Legge di Bilancio un ordine del giorno in cui chiedo al Governo di impegnarsi a fare la rottamazione con queste caratteristiche”.
Flat tax a 100.000 euro con risorse del concordato? Il rischio di interventi non stabili
C’è un ulteriore tema portato avanti dalla Lega per il quale, però, la Legge di Bilancio 2025 potrebbe non portare a novità di rilievo. Si tratta dell’estensione del regime forfettario fino a 100.000 euro, rispetto agli 85.000 euro attualmente previsti, con il fine di estendere la platea di partite IVA beneficiarie della flat tax.
Il Ministro Giorgetti, nella conferenza stampa del 16 ottobre scorso successiva al varo dello schema del DdL di Bilancio 2025, aveva dichiarato che sarebbe stato possibile avviare una valutazione in tal senso in caso di esito particolarmente positivo del concordato preventivo biennale.
Resta da attendere l’esito finale del patto con il Fisco, riaperto fino al 12 dicembre, ma secondo quanto dichiarato dall’Onorevole Gusmeroli:
“il concordato preventivo darà dei frutti ma non stabili e quindi non so quanto sia possibile utilizzare dei frutti non stabili per interventi stabili.”
Esclusa per il momento la possibilità di un nuovo salto in avanti della flat tax,
“potrebbe essere magari previsto per un anno cioè che si aumenti per esempio il tetto il limite dei della coesistenza tra reddito di lavoro autonomo e dipendente o reddito da pensione che attualmente 30.000 euro, e portarlo per esempio a 40.000 euro o 50.000 euro.”
Una proposta messa nero su bianco in un emendamento presentato alla Legge di Bilancio 2025 dallo stesso Gusmeroli, che evidenzia però perplessità sull’ipotesi di revisioni limitate nel tempo.
“Io sono sempre per cercare di fare cose che siano stabili. Perché il cittadino deve potersi regolare, deve poter pianificare programmare, quindi diciamo vediamo Intanto quanto sarà il gettito del Concordato preventivo e poi si faranno dei ragionamenti.”
L’esito del concordato sarà quindi decisivo, con il rischio però di dover introdurre novità per un solo anno che rischiano di trasformarsi in un boomerang. L’unico punto fermo, al momento, è che la Legge di Bilancio 2025 resta un terreno off limits, anche per le proposte che da sempre sono i “cavalli di battaglia” degli stessi partiti che compongono la maggioranza di Governo.
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