93 nel Sannio con il primato al Sud #finsubito prestito immediato

L’imprenditoria sannita guarda al futuro. Sul fronte delle startup innovative, le 93 bandierine in provincia di Benevento ne fanno il primo territorio nel Mezzogiorno e il secondo in Italia dopo Milano in proporzione ai residenti. C’è forte presenza femminile, giovanile e anche straniera. Dati che emergono dal report periodico sviluppato da Infocamere per il Mimit e aggiornato alla metà del mese di novembre.

Possono ottenere lo status di startup innovativa le società di capitali costituite da meno di 5 anni, con valore della produzione annuo inferiore a 5 milioni di euro, non quotate e in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione, previsti dalla normativa nazionale. In particolare, hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente l’innovazione tecnologica, sostengono spese in ricerca e sviluppo, impiegano personale altamente qualificato (almeno 1/3 sono dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno i 2/3 con laurea magistrale) e sono titolari di almeno un brevetto o un software registrato.

Insomma, non proprio facilissimo: tra le circa 388.582 società di capitali presenti in Italia e ancora in stato attivo, il 3,30% è registrata come startup innovativa. Per quanto riguarda le altre province campane, se ne contano 122 ad Avellino, 221 a Caserta, 233 a Salerno e 836 a Napoli. Un dato che si mantiene stabile quasi ovunque: rispetto a tre mesi fa Caserta è sugli stessi livelli, Avellino e Benevento fanno registrare solo una società in meno, dato che diventa – 2 a Napoli e – 6 a Salerno.

Tornando alle startup sannite, oggetto dell’attività è quasi sempre il servizio alle imprese (76 società), seguito dal settore manifatturiero (13 società), mentre se ne conta solo una nei settori dell’agricoltura, del commercio, delle costruzioni, del credito e delle assicurazioni. Molto presente la gestione di software, ma non mancano pubblicità e marketing, ricerche di mercato, attività editoriale, produzione di carta e cartone, mobili e metalli.

La sede è nella maggior parte dei casi (48 società) nel capoluogo, seguito da Torrecuso (13 realtà), San Giorgio del Sannio e Telese Terme (5), Montesarchio (4), San Salvatore Telesino e Sant’Agata de’ Goti (2). A quota una bandierina ci sono Frasso Telesino, San Nicola Manfredi, San Lorenzo Maggiore, Airola, Ponte, Foglianise, Pontelandolfo, Moiano, San Martino Sannita, Bucciano, Apice, Molinara, Arpaise e Guardia Sanframondi.

Il quadro

Per quanto riguarda la componente sociale, calcolata mediando le quote di possesso e le cariche amministrative detenute, ci sono 5 società a capitale totalmente giovanile (con persone tutte al di sotto dei 35 anni), e 3 a capitale totalmente femminile. Quest’ultima presenza diventa «forte» (cioè superiore al 66%) in 10 realtà, e lo stesso accade in 3 società giovanili e in una a componente straniera. Vi sono infine 2 realtà che vedono una presenza femminile «maggioritaria» (superiore al 50%) e lo stesso accade in altri due casi con i giovani.

Sembrano poche 93 startup innovative ma invece sono tante se parametrate alla popolazione residente: 0,04% è un dato doppio rispetto alla media nazionale. In Italia fa meglio solo Milano (0,08%) con un podio completato da L’Aquila. Per rendere l’idea, la provincia di Reggio Emilia ha lo stesso numero di startup innovative del Sannio ma con una popolazione che è il doppio.

Nei numeri assoluti, invece, Milano rimane la provincia con il maggior numero di startup innovative in Italia: 2.506, il 19,5% del totale nazionale. Al secondo posto Roma, unica altra provincia oltre quota mille (1.351 startup, 10,5% sul totale). Tutte le altre province maggiori rimangono piuttosto staccate: nella top-5 figurano, nell’ordine, Napoli (836, 6,5%), Torino (518, 4,%) e Bari (312, 2,4%).