Si tratta del classico contrasto tra interessi nazionali e visioni locali: in questo caso riguarda l’energia rinnovabile. Nell’ultimo Consiglio comunale è stata approvata una delibera che boccia la proposta di variazione del Piano regolatore per permettere l’installazione di un grande impianto di agri-fotovoltaico sui terreni della Cascina Maddalena, lingua di terra che al rione Cristo s’incunea in città tra le due linee ferroviarie per Acqui e per Ovada.
La vicenda
La questione si protrae da almeno cinque anni: nel 2019 una prima richiesta fu parzialmente approvata, ma nel 2021 il via libera fu ritirato in autotutela. La società proponente, l’israeliana Ellomay che finanzia progetti d’energia solare sia in Italia (questo sarebbe l’ElloThree, ma si arriva anche a ElloTen e oltre) sia negli Usa, è tornata alla carica già nel 2020 parlando stavolta di agri-fotovoltaico e avviando una Valutazione d’impatto ambientale (Via) al Ministero della transizione ecologica. Così a maggio di quest’anno ha presentato alla Provincia, l’ente competente, un’Autorizzazione Unica ottenuta da Roma, chiedendo di aprire la Conferenza dei servizi. La prima riunione si è tenuta il 3 settembre, quindi rinvio di 90 giorni per consentire alla ditta di presentare ulteriori documenti.
La posizione del Comune
Già nella seduta iniziale comunque i rappresentanti del Comune si sono espressi contro alla variazione urbanistica che consentirebbe di installare pannelli su un’area di oltre 16 ettari, con una potenza superiore ai 15 megawatt.
Anche la Provincia non pare favorevole, soprattutto dopo che a fine settembre è entrato in carica come presidente il sindaco di Quargnento, Luigi Benzi, che non ha fatto mai mistero delle sua contrarietà al consumo di suolo, in particolare di pregio agricolo, come in questo caso.
Non a caso dopo l’illustrazione dell’assessore Enrico Mazzoni, il primo a prendere la parola è stato Maurizio Sciaudone (Fratelli d’Italia), che è anche consigliere provinciale con delega all’Ambiente. Ha dato alcune cifre: già 121 gli impianti autorizzati dalla Provincia per 360 megawatt su 800 ettari di aree agricole. «Da qui la contrarietà del territorio» ha concluso. Poi ha parlato Giulia Giustetto (Partito democratico) rimarcando che «non tutta l’energia rinnovabile è prodotta in modo sostenibile», che la provincia ha già il 60% degli impianti piemontesi e che «si tratta comunque di una speculazione».
Altri commenti
Meno drastico è stato il commento di Luca Ferraris (Lista Abonante), avendo da ingegnere seguito lo sviluppo del fotovoltaico: «Da dieci anni non c’erano più incentivi, ora sono tornati con un piano da 45 gigawatt da installare tra 2025 e 2030: un terzo finirà sui tetti, ma il restante dovrà essere piazzato a terra, su circa 8 mila ettari, e ci vogliono terreni piatti, come quelli dell’Alessandrino. Insomma diciamo pure no, ma stando attenti al futuro».
L’opposizione alla fine si è sfilata e non ha partecipato al voto, adducendo il fatto che si tratta di «una questione tecnica», quindi da affidare ai dirigenti, «e non politica», cioè da discutere all’interno del Consiglio comunale.
Comunque, alla fine, il «no» è passato, adesso si attende la nuova seduta della conferenza dei servizi.
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