Grazie ai bonus fiscali in vigore, nel 2025 è possibile risparmiare sulle tasse. Con detrazioni e deduzioni, infatti, è possibile abbattere l’imposta dovuta e il reddito imponibile. Vediamo tutti i benefici che la normativa mette a disposizione del contribuente per permettergli di pagare meno tasse il prossimo anno.
Quello che bisogna considerare è che le imposte da versare il prossimo anno con la dichiarazione dei redditi si riferiscono ai redditi conseguiti nel 2024 e, pertanto, anche per detrazioni e deduzioni si applicano le regole in vigore nel 2024. Le novità che riguardano le detrazioni previste dalla Legge di Bilancio 2025, infatti, si applicano a partire dal 1° gennaio 2025 e, pertanto, produrranno i loro effetti solo nella dichiarazione dei redditi che si presenta nel 2026.
Cosa sono i bonus fiscali?
Un bonus è un incentivo economico riconosciuto in determinati casi, quando si parla di bonus fiscali, invece, ci si riferisce a sconti e riduzioni da applicare all’imposta dovuta che, in caso di lavoratore dipendente o pensionato, possono tradursi in un rimborso derivante dal conguaglio della dichiarazione dei redditi.
Tutto ciò che consente di risparmiare sul pagamento delle tasse si configura come bonus fiscale. In questo articolo andremo ad approfondire quelle che sono le agevolazioni rivolte alla generalità dei cittadini che, grazie a detrazioni e deduzioni, permettono di risparmiare sulle imposte.
Bonus fiscali in dichiarazione dei redditi
Per chi vuole abbassare le imposte da versare il modo migliore è quello di usare la dichiarazione dei redditi annuale. Ci sono moltissime agevolazioni su cui il contribuente può contare in sede di 730 (ma lo stesso è riconosciuto anche a chi presenta la dichiarazione con il modello Redditi) che permettono di ottenere «sconti» sulle spese effettuate mediante detrazione dall’imposta o deduzione dal reddito complessivo.
Le deduzioni (che si possono godere sul contributi previdenziali, sugli alimento o gli assegni periodi versati a titolo di mantenimento per il coniuge divorziato, sulle erogazioni liberali, ecc…) abbattono il reddito imponibile su cui si calcola l’imposta, avendo come conseguenza di determinare un imposta più bassa.
Facciamo un esempio pratico. Un lavoratore ha un reddito imponibile di 35.000 euro e in base alle aliquote Irpef 2024, deve versare il 23% sui primi 28.000 euro e il 25% sui restanti 7.000 euro. Se questo lavoratore ha diritto a 8.000 euro di deduzioni queste si sottrarranno al reddito complessivo e le tasse andranno pagate soltanto su 27.000 euro.
Le detrazioni (che si possono avere su spese mediche, di istruzione, funebri, sugli interessi passivi del mutuo, sulle spese sportive dei figli, sulle ristrutturazioni edilizie ecc…) si vanno a sottrarre all’imposta lorda già calcolata. Se un lavoratore deve pagare un’imposta lorda di 7.450 euro e ha diritto a 1.200 euro di detrazioni sulle spese sostenute, l’imposta che andrà a versare è pari a 6.250 euro, con un risparmio di 1.200 euro.
In entrambi i casi se le deduzioni e le detrazioni sono riconosciute a un lavoratore dipendente o a un pensionato che ha già versato le imposte in busta paga o nel cedolino della pensione, mese per mese, il beneficio fiscale si tramuta in un rimborso Irpef dell’imposta versata, ma non dovuta.
I bonus fiscali sulle ristrutturazioni
Un capitolo a parte sui bonus fiscali spetta alle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie. Le misure che nel 2024 consentono di fruire dei bonus casa sono molteplici:
Queste detrazioni non spettano interamente nell’anno di imposta successivo a quello di sostenimento delle spese, ma vanno spalmate in 10 anni, in quote di uguale importo. Siccome solitamente si tratta di detrazioni abbastanza alte (minimo al 36%) su spese molto corpose, anche portandole in detrazione in 10 anni si ha un buon beneficio fiscale che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio salvadanaio per il contribuente.
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