TRENTO. Il progetto per realizzare il nuovo polo ospedaliero e universitario del Trentino scricchiola e c’è il forte rischio di una forte frenata a causa del primo ricorso presentato sull’iter (Qui articolo). Una data importante è quella del 12 dicembre perché il Tar di Trento è chiamato a pronunciarsi sullo stop chiesto dagli Ordini di ingegneri, architetti e geologi. Questo sempre che non si apra un confronto, come più volte richiesto a Fugatti.
Un ricorso pesante quello firmato e inviato al tribunale della giustizia amministrativa dagli Ordini degli ingegneri, architetti e geologi perché i ribassi previsti non tutelerebbero l’equo compenso (le tariffe minime per i professionisti). Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha manifestato qualche perplessità sulla scelta di rivolgersi al Tar, anche per l’attesa della regolamentazione definitiva in arrivo dall’Europa. Qualche preoccupazione su ulteriori ritardi nella costruzione di un nuovo (e più moderno) ospedale è stata espressa anche da Marco Ioppi, presidente uscente dell’Ordine dei medici.
Ma gli Ordini non arretrano e anzi presentano un documento firmato da tutti i presidenti con l’obiettivo di dar manforte all’istanza. In sostanza si spiega nella lettera di Silvia Di Rosa (ingegneri), Marco Piccolroaz (architetti), Claudio Maurina (Agronomi e forestali), Marco Tonidandel (periti agrari), Gabriele Cassietti (periti industriali), Flavio Zanetti (geometri), Mirko Demozzi (geologi) e Giovanni Galatà (Rete professioni tecniche) che non dovrebbe esserci poi tanto stupore in piazza Dante: le preoccupazioni dei professionisti erano più che note e più volte segnalate al governatore. A fronte dell’assenza di un riscontro, ecco serviti il ricorso.
Gli Ordini e i Collegi firmatari dell’istanza a provvedere in autotutela e del ricorso verso l’affidamento dei servizi tecnici di progettazione per la realizzazione nel nuovo polo ospedaliero universitario del Trentino ritengono opportuno precisare che “la Giunta della Provincia di Trento è stata da oltre un anno sollecitata più volte dagli stessi Ordini e Collegi tecnico-professionali ad affrontare il tema dell’equo compenso a recepire quella norma nazionale che garantisce il rispetto del principio dell’equo compenso dei professionisti anche negli appalti pubblici”.
Anche nel corso del 2024, viene spiegato nel documento, la Rete delle Professioni ha più volte cercato un confronto con la Provincia in merito all’equo compenso, “senza sostanzialmente avere alcuna definitiva apertura in tal senso e quindi l’applicazione della legge”. Non solo gli Ordini e i collegi portano a esempio le recenti sentenze dei diversi Tribunali Regionali di Bolzano e di Catania a legittimare l’interesse nel presentare il ricorso per chiedere il rispetto delle norme.
Forti di quei provvedimenti la scelta di inviare il 28 ottobre scorso tramite Pec agli indirizzi del presidente della Provincia, dell’Umst della Giunta, dell’Apac e dell’avvocatura provinciale una lettera con oggetto: “Applicazione della Legge 49/2023 agli affidamenti di incarichi professionali sul territorio provinciale. Richiesta incontro con Ordini e Collegi tecnici della Provincia di Trento alla luce delle ultime due sentenze del Tar di Bolzano e di Catania e dell’approvazione del correttivo da parte del Consiglio dei Ministri del 21
ottobre ultimo scorso“.
La conclusione della lettera lasciava le porte aperte a un incontro per approfondire la questione. “E’ dunque fortemente sentito da parte degli scriventi Ordini e Collegi di poter concordare un incontro con Lei, illustrissimo presidente, al fine di porre in essere un sereno confronto sulla materia in oggetto, auspicando al contempo che si possa addivenire a una definitiva presa di posizione di codesta Amministrazione provinciale nella direzione dell’applicazione della Legge sull’e.c. secondo le ultime disposizioni“.
La risposta? Non è arrivata. “A questa richiesta di incontro non è pervenuto agli scriventi Ordini e Collegi alcun riscontro e quindi disponibilità al confronto, né da parte del presidente, né della Giunta né tantomeno dall’avvocato. Da evidenziare inoltre che anche la Provincia di Bolzano, a seguito della sentenza del Tar di Bolzano del 9 ottobre, aveva diffuso il 15 ottobre la Circolare numero 8 (a firma del segretario generale) in cui si dice che: Alla luce di quest’ultima pronuncia, e in considerazione dell’aumentato rischio di
contenzioso che potrebbe derivare dal consentire l’effettuazione del ribasso sull’intero importo a base di gara o di affidamento, allo stato attuale si reputa opportuno impostare le procedure di affidamento dei servizi di architettura e ingegneria consentendo il ribasso sulla sola quota spese e oneri accessori, fatti salvi contrari pronunciamenti giurisprudenziali di rango superiore o interventi normativi che dovessero sopravvenire”.
Insomma, la palla viene rispedita nella metà campo di piazza Dante. Le istituzioni avrebbero avuto il tempo e il modo per intervenire e aprire un tavolo di confronto. “E’ importante ribadire come, prima di arrivare alla richiesta di ritiro del bando in autotutela e del
ricorso, la Rete delle Professioni Tecniche del Trentino ha cercato più volte un confronto e mediazione con la Provincia senza però mai ottenere risultati concreti”.
Sono gli Ordini a essere “perplessi rispetto alla sorpresa del presidente visto l’invio della Pec il 28 ottobre” mentre per quanto riguarda le dichiarazioni di Ioppi “siamo perplessi dalle sue parole ‘ricorrere a cavilli per difendere interessi corporativi’. Vogliamo ricordare che anche lui è presidente di un Ordine professionale e che ultimamente ha sostenuto diverse iniziative del personale medico per la giusta tutela delle loro professioni”.
Inoltre “appare inoltre importante evidenziare come in caso di violazione della Legge dello Stato numero 49/2023, la stessa prevede che il soggetto aggiudicatario può chiedere la differenza tra l’importo di aggiudicazione e quello che sarebbe stato l’importo corretto rispettando l’equo compenso. E in tal caso l’Amministrazione si troverebbe obbligata anche al pagamento, a titolo di indennizzo, di un importo aggiuntivo pari fino al doppio di questa differenza“.
Gli Ordini e i Collegi ricorrenti “non sono assolutamente contro la realizzazione del nuovo polo ospedaliero universitario di Trento, anzi sono convinti della sua necessità a breve termine e dell’importanza che riviste per l’intera comunità trentina. Allo stesso tempo, però, come afferma lo stesso presidente Fugatti, questo appalto è il più grande e più importante dei futuri 15 anni, si tratta di un’opera di rilevanza sociale e di alta ingegneria e architettura con un delicato inserimento nell’ambiente. La progettazione del nuovo polo ospedaliero, anche per evitare ulteriori ritardi in corso d’opera, dovrà essere di eccezionale qualità in campo dal punto di vista ingegneristico, ma anche architettonico, geologico, impiantistico e viabilistico. Tanto basta per ritenere inammissibile qualsiasi violazione di una norma locale o legge dello Stato“.
La porta resta aperta. “Ovviamente gli Ordini e i Collegi si rendono disponibili a ritirare immediatamente il ricorso nel caso in cui la Provincia di Trento apporti i dovuti correttivi, anche facendo riferimento al recente correttivo dell’equo compenso approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 ottobre scorso”, concludono Di Rosa, Piccolroaz, Maurina, Tonidandel, Cassietti, Zanetti, Demozzi e Giovanni Galatà.
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