Secondo il Rapporto sulla stabilità finanziaria di novembre 2024 della BANCA D’ITALIA, i rischi legati ai mercati immobiliari in Italia e nell’area euro risultano limitati.
Nel primo semestre del 2024, i prezzi delle abitazioni nell’area dell’euro hanno registrato un incremento annuale per la prima volta dalla fine del 2022.
Al contrario, i prezzi degli immobili commerciali hanno continuato a diminuire, seppure in misura più contenuta rispetto alla seconda metà del 2023.
Mercato residenziale in Italia:
In Italia, la crescita dei prezzi degli immobili residenziali si è rafforzata nel secondo trimestre del 2024.
Dalla fine del 2023, le quotazioni delle case sono aumentate in termini reali, pur rimanendo nettamente inferiori ai livelli del 2019, ma le compravendite nella prima metà del 2024 sono rimaste stabili rispetto al semestre precedente.
Secondo i dati del portale Immobiliare.it e le opinioni degli agenti intervistati tra settembre e ottobre, in autunno la domanda di abitazioni è rimasta debole ma ha mostrato segnali di ripresa.
Le previsioni indicano una moderata crescita dei prezzi delle case nel 2024 e nel 2025, seguita da una decelerazione nel 2026, in linea con il rallentamento della ripresa del reddito disponibile post-inflazione.
Contemporaneamente, gli indicatori di lungo periodo continuano a non evidenziare rischi di sopravvalutazione.
Settore non residenziale:
Nel comparto degli immobili non residenziali, le compravendite hanno continuato a crescere nella prima metà del 2024, mentre i prezzi si sono mantenuti stabili.
Complessivamente, gli sviluppi del mercato immobiliare italiano non rappresentano un rischio significativo per la stabilità finanziaria.
Mutui:
Secondo la Bank Lending Survey (BLS), nel terzo trimestre del 2024 si è osservato un aumento della domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni, accompagnato da un allentamento delle condizioni di offerta.
Nei primi nove mesi dell’anno, i tassi di interesse sulle nuove erogazioni di mutui si sono ridotti:
- Mutui a tasso fisso: diminuzione di circa 80 punti base, al 3,2%.
- Mutui a tasso variabile: riduzione di quasi 50 punti base, al 4,5%.
I mutui a tasso fisso hanno rappresentato oltre l’80% delle nuove erogazioni e superano il 70% del totale dei prestiti in essere.
Inoltre, il tasso di ingresso in default dei prestiti alle famiglie è rimasto stabile allo 0,8% nel terzo trimestre, un valore storicamente basso che riflette la buona qualità del credito per l’acquisto di abitazioni.
Fonte: Banca d’Italia – 22 novembre 2024
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