Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
Cuneo, una donna a processo per maltrattamenti sul posto di lavoro – La Guida – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


La goccia che fece traboccare il vaso fu una tabella oraria che le imponeva di svolgere le quattro ore del suo part time spezzettate fra mattina e pomeriggio, in un reparto per il quale tra l’altro non aveva il titolo necessario e che quindi svolgeva con un senso di inadeguatezza perché impossibilitata a rispondere alle richieste dei clienti; quando tornò a casa in un profondo stato di agitazione e di nervosismo, tentò un gesto anticonservativo. Prima di arrivare a questo drammatico esito nell’ottobre 2021, fortunatamente sventato dal tempestivo intervento del marito, l’impiegata di un grande centro commerciale cuneese avrebbe subito mesi di vessazioni, insulti e ritorsioni per comportamenti che la nuova direttrice giudicava sbagliati. Ora quest’ultima donna è a processo con l’accusa di maltrattamenti.
“Ero alle casse e al box informazioni con un ruolo di responsabile perché amo il mio lavoro e l’ho sempre fatto nel migliore dei modi”. Da quando la nuova direttrice aveva assunto la guida del centro commerciale erano però iniziati i problemi con lei e con molti altri colleghi: “Mi portava a credere che fossi sbagliata, mi faceva sentire piccola e umiliata”. Poi c’erano le ingiurie, contro il collega sindacalista che lei definiva ‘faccia di m…, non mettetelo più con la faccia rivolta verso di me’ o la collega molto magra che veniva sempre chiamata ‘la secca’. “Diceva che eravamo dei dementi, dei falliti che non sapevano fare il loro lavoro – ha raccontato la donna in aula -. In molti si sono dimessi e ogni volta che uno lasciava lei diceva che un’altra mela marcia era stata fatta fuori”.
C’erano poi le velate minacce, come quella fatta riferire dai capireparto che tutti i dipendenti avrebbero dovuto servirsi in un determinato bar del centro commerciale, “altrimenti saremmo finiti a fare tutti i turni di domenica o quelli serali della chiusura. La stessa pressione per farci prendere la carta prepagata per fare la spesa al centro commerciale. Io non la volli, non volevo sentirmi obbligata a fare la spesa dove diceva lei e i capi reparto vennero a dirci che avremmo dovuto farla lo stesso sennò…”.
Forse questo atteggiamento non remissivo, oppure il fatto che si fosse iscritta al sindacato per cercare di trovare una soluzione a quell’atmosfera di tensione che si era creata fra i dipendenti, la portò a dover accettare spostamenti di reparto, anche in luoghi per i quali lei non era titolata, con un crescente senso di inadeguatezza e di frustrazione. A giugno venne ripresa perché aveva lasciato la postazione alla cassa, in quel momento senza clienti, per smaltire il lavoro che intanto si era creata al box informazioni: “Aveva detto a una collega di darmi il cambio e pretendeva che stessi in cassa anche se non c’erano clienti. Per lei stare in cassa era una punizione, spesso diceva ‘quella la faccio morire in cassa’ o frasi simili”.
Un clima di paura e disagio che aveva indotto molti colleghi a licenziarsi e quelli rimasti a non avere il coraggio di sottoscrivere una lettera di proteste da presentare tramite il sindacato o a non partecipare allo sciopero indetto quando si era diffusa la notizia del suo ricovero in ospedale. “Prima di allora non avevo mai preso antidepressivi, ma da giugno a ottobre non riuscivo più a dormire, a casa piangevo in continuazione, alcuni miei colleghi prendevano i calmanti prima di iniziare il turno”. Al processo la donna si è costituita parte civile e con lei la Cisl. L’udienza è stata rinviata per ascoltare i testimoni dell’accusa.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito personale

Delibera veloce

Carta di credito con fido

Procedura celere

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui