“Lasciare la parrocchia è stata una decisione di don Egidio o una scelta non condivisa?” #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Lettere – Viterbo – Rita Scoparo della chiesa di Santa Maria del Paradiso esprime le sue perplessità

Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – La notizia che don Egidio Bongiorni avrebbe lasciato la sua parrocchia, Santa Maria del Paradiso, ha colto di sorpresa tutti i parrocchiani.

E noi, i suoi parrocchiani, eravamo certi che don Egidio sarebbe rimasto ancora un po’ di tempo, anche perché lui stesso ci aveva assicurato che il vescovo non aveva intenzione di lasciarlo andare.

Allora oggi, ci chiediamo, che cosa sia cambiato nel corso di questo ultimo anno, per far sì che don Egidio abbia deciso altrimenti. E ci chiediamo altresì, se la decisione di lasciare la parrocchia sia frutto di una libera determinazione o sia il risultato di scelte da lui stesso non interamente condivise.

Il dubbio che non sia una decisione serena o autonoma emerge dal fatto che, per il momento, don Egidio non tornerà a Milano, dalla sua famiglia, secondo quanto avevamo appreso dallo stesso parroco, ma si fermerà ancora a Viterbo.

Ci chiediamo ancora il perché di tutto questo trambusto, e in particolare le motivazioni per cui una parrocchia che finalmente funziona alla grande, come luogo di incontro per i giovani, in cui fanno teatro, suonano in una banda musicale creata all’interno della parrocchia stessa, dove ci sono gruppi scout, dove a Natale c’è un presepe vivente e soprattutto si è consolidata una stretta collaborazione tra i parrocchiani, sia costretta a perdere gli obiettivi raggiunti.

E il merito di questo fermento, della solidarietà creatasi all’interno della comunità parrocchiale va attribuito a don Egidio, che si è reso disponibile ad un’attività continua, condotta con passione e consolidatasi nel corso del tempo. Una parrocchia che, prima dell’arrivo di don Egidio procedeva stancamente, gestita da sacerdoti itineranti che si susseguivano senza fermarsi a lungo e dove le iniziative erano effimere, legate ad eventi momentanei.

Al contrario, con la presenza costante di un sacerdote, si sono create le possibilità di un lavoro continuo e creativo, di un interscambio collaborativo, nonché di aiuti economici a famiglie disagiate, insomma sono emersi un dinamismo e un’aggregazione di cui si avvertiva la mancanza.

La parrocchia ha funzionato in questi anni per la presenza propositiva e fattiva di don Egidio, che spontaneamente si è fatto carico di tutti i problemi che ristagnavano da tempo, cercando di portarli alla luce e di fornire delle soluzioni.
Oggi tutto questo lavoro rischia di vanificarsi in breve tempo se mancherà la figura di riferimento, l’organo propulsore.

E ci chiediamo, infine, a cosa sarà destinato questo sacerdote, dove avrà la residenza, anzi, di più dove alloggerà, e a chi sarà affidata la gestione di Santa Maria del Paradiso.

Non abbiamo informazioni in merito e non ci è dato sapere altro. Un fatto è certo: la nostra Santa Maria del Paradiso rischia di perdere il significato pastorale raggiunto in questi anni.

Rita Scoparo

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26 novembre, 2024