SAN DONÀ – Guerra al disturbo della quiete: «serve rivedere il regolamento acustico in senso restrittivo, e nel frattempo sono partiti i controlli». A prometterlo è il sindaco Alberto Teso dopo le proteste di alcune attività del centro per la movida nell’area pedonale di corso Trentin. Da una parte, dunque, ci sono attività del tratto terminale, verso il ponte, che chiedono al sindaco di rendere pedonale anche quell’area. Richiesta di quiete nelle ore notturne nella zona pedonale dal duomo a piazza Indipendenza, terminata nel 2021, che in qualche modo ha favorito la movida sandonatese.
QUIETE PUBBLICA
Tra le proteste quella di Giorgio Mozzato e Susanna Rigato, da sei anni gestiscono un bed & breakfast di lusso nella palazzina Mori, storico palazzo del centro. «L’apertura di un locale al piano terra ha introdotto eventi musicali notturni con musica ad alto volume spiega Mozzato – attirando avventori fino a tarda notte e causando schiamazzi. Queste iniziative hanno spinto altri locali a fare lo stesso. Abbiamo scritto un paio di volte al Comune e partecipato a due incontri con il sindaco Teso, molto disponibile, finora però, non è stata trovata soluzione». «Anche sabato scorso abbiamo dovuto contattare i carabinieri perché i clienti si lamentavano protesta Mozzato il centro sta diventando una discoteca. Ci è stato risposto che né il Comune né la Polizia urbana dispongono di un fonometro per verificare i livelli di rumore e che l’Arpav non sarebbe in grado di intervenire. Molti bar dichiarano nella Scia di non utilizzare impianti di diffusione, ma li installano e li usano senza controllo. Non serve un fonometro per constatare che le casse acustiche all’esterno sono attive e violano le regole. Un’ispezione e un ascolto sarebbero più che sufficienti per ordinare la loro rimozione».
LE CONTROMISURE
Il sindaco Teso è già corso ai ripari: ha inviato un memorandum ai gestori di locali pubblici ed esercenti di attività potenzialmente rumorose. «Il prossimo passo sarà mettere mano al regolamento in modo restrittivo precisa Teso Quello attuale consente le emissioni sonore fino alle 23, con la possibilità del gestore dell’attività di derogare fino a mezzanotte, decisione da comunicare entro 30 giorni prima. Ma stiamo già facendo comunque degli accertamenti sui pubblici esercizi, alcuni sono stati sanzionati. In corso Trentin, però, la situazione è cambiata negli ultimi anni, con una concentrazione di locali in 150 metri che diventa un problema, per cui serve rivedere il regolamento. Mi sono confrontato con il comandante della Polizia Locale Paolo Carestiato, gli assessori Lucia Camata al Commercio e Simone Cereser alla Sicurezza. Un incontro pubblico con gli operatori e le associazioni di categoria è previsto a breve. Ma il problema del rumore si è presentato anche in altri punti della città. Talvolta si sono mossi i condomini che hanno portato anche a denunce a livello civile nei confronti di locali al pianterreno degli edifici. Anche senza il fonometro si può presentare comunque una denuncia penale per il disturbo della quiete».
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