Forse hai pagato più del dovuto e potresti essere risarcito. Presentando un documento ti spetta il rimborso sulla Tari degli ultimi 10 anni.
Come sempre con la fine dell’anno si terminano anche alcuni pagamenti, come quello della Tari, con l’ultima tranche.
La tassa sui rifiuti infatti può essere versata in un’unica soluzione o in più rate. Ma sempre entro l’anno corrente.
Questa tassa è stata introdotta nel nostro Paese circa 10 anni fa, e i soldi versati servono a coprire i costi sostenuti dal Comune per il servizio di raccolta, di trasporto e di smaltimento dei rifiuti. Tutti i cittadini che posseggono immobili o aree atte a produrre rifiuti sono chiamati a pagare.
Ma qualcuno potrebbe chiedere il rimborso degli ultimi 10 anni. Scopri se spetta anche a te e quale documento devi presentare per ottenerlo.
Rimborso Tari: devi richiederlo così
Ci sono alcuni casi in cui puoi richiedere il rimborso della Tari versata negli ultimi 10 anni. E puoi farlo nel caso in cui hai pagato più del dovuto. Anzi, se hai pagato anche ciò che non dovevi.
Per capirlo non devi fare altro che controllare i bollettini degli ultimi 10 anni – tale è il termine di prescrizione – per cercare alcune voci che non dovrebbero esserci. Nello specifico, l’Iva.
Quale documento devi presentare
Molti Comuni hanno applicato l’Iva al 10% sulla Tari negli ultimi anni. Il fatto è che questo comportamento è illegittimo, come fa sapere anche money.it. Il perché è presto detto. L’Iva è l’imposta sul valore aggiunto, e si applica sulla cessione dei beni e sulle prestazioni di servizio. L’equivoco è proprio questo. La Tari potrebbe sembrare una prestazione, ma in realtà è una tassa, il cui costo è composto da una parte fissa e una variabile che serva a finanziare il servizio di raccolta. Pertanto sarebbe come applicare una tassa su un’altra. Quindi tutti i cittadini che si rendono conto di aver pagato l’Iva sulla Tari possono chiederne il rimborso per gli ultimi 10 anni.
Per richiedere il rimborso bisogna presentare la domanda all’Ufficio Tributi del Comune di riferimento allegando le ricevute attestanti il pagamento illegittimo. C’è però una precisazione da fare, riporta sempre money.it: “Le associazioni dei consumatori, però, ci tengono a precisare che la domanda di rimborso non può essere presentata così semplicemente. Fanno notare, infatti, che è necessaria un’azione collettiva per la quale è possibile, appunto, delegare una associazione che tutela i consumatori in base a quanto previsto dall’articolo 140 bis del codice del Consumo (che riguarda, appunto, la class action)”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui