Contributi a fondo perduto e ulteriori agevolazioni per i lavori di adeguamento. Questa, in estrema sintesi, è la sostanza del Patto per la casa: un percorso promosso dalla Regione Emilia-Romagna, a cui ha aderito anche il Comune di Rimini in convenzione con Acer, per favorire l’incontro tra proprietari e inquilini.
Nel concreto, però, il Patto per la casa è anche molto altro. “È lo strumento attraverso cui volti, storie e momenti di vita tornano al centro della narrazione, restituendo il senso delle funzioni e delle finalità dei progetti – spiegano da Palazzo Garampi -. Uno di quei programmi che, oltre a rispondere a un’esigenza pratica come quella abitativa, si distingue per il suo risvolto sociale, mettendo al centro il valore della comunità e incentivando la collaborazione tra pubblico e privato”.
“Il Patto per la casa – illustra l’assessore alle Politiche abitative del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda – è una risposta concreta al tema abitativo e allo stesso tempo un incentivo per stimolare il mercato degli affitti. Aiutiamo i proprietari a mettere a disposizione i loro immobili con la garanzia di farlo in sicurezza e con le dovute certezze, e allo stesso tempo offriamo a chi cerca una casa una possibilità concreta di trovare un alloggio”. Fermo restando, aggiunge, che “la crisi abitativa rimane una piaga sociale del Paese, su cui serve una presa di coscienza nazionale per intervenire in maniera determinata, altrimenti gli enti locali, da soli, hanno un potere d’azione molto limitato”.
Con Acer Rimini nel ruolo di agenzia per la locazione, il progetto rimette in uso immobili privati e pubblici inutilizzati, offrendoli a famiglie che non possono permettersi un affitto sul libero mercato ma non rientrano nei criteri per l’edilizia residenziale pubblica. I proprietari che partecipano al progetto ricevono agevolazioni significative: riduzioni sull’imu, contributi per le spese di manutenzione e copertura delle spese legali e gestionali, per un massimo di 12 mila euro lungo l’intera durata del contratto.
CARO AFFITTI – “Ho provato a cercare, mi hanno chiesto 1.500 euro per un monolocale”
Patto per la casa: alcune testimonianze
Tra le vicende che meglio rappresentano il cuore di questo progetto c’è quella di un lavoratore sposato e padre di un figlio. Nonostante un impiego stabile, la famiglia ha vissuto la difficoltà di uno sfratto, trovandosi in una situazione di forte incertezza. La svolta è arrivata grazie a un’amica, proprietaria di un appartamento inutilizzato, che tuttavia in quel momento non poteva permettersi di ristrutturare. Grazie all’azione del Patto per la casa è stato possibile accedere a un contributo di 6 mila euro a fondo perduto e a ulteriori agevolazioni per i lavori di adeguamento.
Un’altra storia significativa è quella delle suore francescane di Sant’Onofrio, che hanno ereditato un’abitazione nei pressi di via Bonsi. Anche in questo caso è entrato in gioco il Patto per la Casa con una serie di finanziamenti per sistemare l’immobile: sostituzione della caldaia, imbiancatura delle pareti, installazione dei parapetti per mettere a norma il balcone. Grazie a questi interventi, e alla collaborazione con l’organizzazione no profit Pachamama, l’appartamento è stato destinato a dei ragazzi, in un esempio virtuoso di sinergia tra enti pubblici, privato e terzo settore.
Altre testimonianze confermano la centralità del progetto Patto per la casa, tra cui quella di una famiglia proprietaria di un appartamento a Rivazzurra precedentemente utilizzato per affitti estivi. Con il supporto dell’Ufficio di locazione, questa famiglia ha deciso però di optare per un contratto annuale, beneficiando dell’assistenza nella ricerca di inquilini.
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