La costituente associazione Pro Cinghiale, composta attualmente da 60 squadre di caccia al cinghiale della provincia di Reggio Calabria, “dopo 15 mesi di incontri, riunioni, corsi di formazione e molte delusioni arrivate da chi doveva tutelarci ma non l’ha fatto, oggi ha finalmente buone notizie. Tutti sappiamo che da febbraio 2023 è sospesa ogni attività di prelievo sul cinghiale dopo i primi casi di peste suina africana. Questo ha provocato nelle zone fortunatamente non colpite dalla malattia un aumento incontrollato del numero di cinghiali, con conseguente aumento anche dei danni all’agricoltura e un susseguirsi di incidenti stradali che, nella nostra provincia, erano francamente inesistenti prima della chiusura totale della caccia al cinghiale e dei metodi selettivi”.
“Ci siamo battuti tanto contro questa scelta che abbiamo ritenuto sbagliata ed esclusivamente di parte, ed i fatti oggi non fanno altro che darci ragione. In ogni caso oggi 25 novembre 2024 la situazione ha subito una svolta positiva. Infatti come direttivo Pro Cinghiale abbiamo incontrato nella sede Atc1 di Reggio Calabria il presidente e altri componenti del comitato che con grande soddisfazione ci hanno illustrato tutto il lavoro svolto per consentire l’imminente apertura nella zone di restrizione 2 le attività di prelievo sul cinghiale”.
Un riepilogo degli ultimi fatti
“Ma prima di entrare nel merito vogliamo fare un riepilogo: le varie ordinanze del commissario straordinario alla Psa dott. Caputo e del suo successore dott. Filippini, applicando le linee dettate dalla UE, prevedono che delle persone formate, bioregolatori, possano operare sulle stesse aree azioni di depopolamento”.
“Migliaia di cacciatori con lo spirito collaborativo che ci ha sempre contraddistinto abbiamo seguito i corsi in biosicurezza necessari, ma dopo un anno dove tutto è rimasto fermo, l’Atc Rc1, insediatosi da circa 6 mesi, ha prodotto il piano di biosicurezza per la Zona di Restrizione II secondo quanto richiesto dall’Ordinanza n° 5/2024 che, approvato dalla Asp Reggio Calabria nella settimana scorsa , dà il via libera ai gruppi di bioregolatori e cacciatori formati, i quali dispongono di case di caccia idonee e seguendo tutte le misure di biosicurezza necessarie, di iniziare le operazioni di depopolameto tramite la forma di controllo autorizzata dall’ordinanza ovvero la girata”.
“Va un plauso dunque al suddetto Atc e all’Asp Reggio Calabria per aver ottenuto questo vitale traguardo che permette di allentare la morsa nella quale gli agricoltori sono stretti da quasi 20 mesi e, inoltre attraverso le analisi effettuate sui capi abbattuti, capire lo stato attuale e di diffusione della Psa, dato che l’ultimo caso accertato sul cinghiale risale a 11 mesi fa e in futuro allentare le restrizioni in quelle aree non colpite dalla psa”.
“Cosa manca ancora per iniziare il depopolamento del cinghiale in ZR II? Giovedi 28/11/2024 presso il palazzo della Regione a Catanzaro ci sarà il vertice con l’Atc, l’Asp e tutti gli enti coinvolti, in particolare anche il dipartimento agricoltura, durante il quale la Regione Calabria, così come previsto dalle varie ordinanze commissariali, è chiamata a dare il via libera all’inizio delle attività di depopolamento nelle zone 2 secondo le linee guida dell’Ordinanza e di quanto previsto nel Piano di Biosicurezza approvato. Ricordiamo ancora che in questa zona di restrizione sono 20 mesi che è vietata ogni forma di prelievo del cinghiale”.
“Siamo sicuri ovviamente che la nostra amministrazione regionale darà il suo contributo per sbloccare finalmente una situazione divenuta ormai insostenibile, come siamo sicuri che tutti i soggetti interessati e presenti a tale incontro sapranno trovare le migliori soluzioni in modo da rendere il tutto il più efficace e semplice possibile per poter iniziare il depopolameto dei cinghiali già nel fine settimana. Tuttò ciò risulta di particolare importanza per disporre e poter fornire al Commissario Straordinario dei dati utili per monitorare l’andamento del virus”.
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