Lo stanziamento cancellato per effetto del taglio dell’agevolazione è pari a 5,9 miliardi per il solo 2025, evidenzia il Rapporto Svimez 2024
L’abrogazione della decontribuzione per il Sud prevista dalla Manovra mette a rischio circa 25 mila posti di lavoro. A dirlo è il rapporto 2024 della Svimez, che prevede una riduzione di due decimi di punto della crescita del Pil nel Mezzogiorno e di tre decimi dell’occupazione. Lo stanziamento cancellato per effetto del taglio dell’agevolazione è pari a 5,9 miliardi per il solo 2025. «La Legge di Bilancio 2025 prevede, a compensazione, il finanziamento di un nuovo Fondo per interventi al Sud, con una dotazione pari a circa la metà di quanto tagliato e senza ancora una chiara destinazione né uno strumento attuativo», si legge nel rapporto presentato mercoledì 27 novembre.
La crescita del Sud trainata dal Pnrr
Nel rapporto la Svimez evidenzia che nel 2024 il Mezzogiorno cresce per il secondo anno consecutivo più della media del Centro-Nord: +0,9% contro +0,7%. Ma lo scarto di crescita favorevole al Sud si riduce rispetto al 2023, quando il Pil del Sud era cresciuto quasi un punto percentuale sopra la media del Centro-Nord. La crescita del Mezzogiorno è dovuta a una più robusta dinamica degli investimenti in costruzioni (+4,9% contro il 2,7% del resto del Paese) trainati dalla spesa in opere pubbliche del Pnrr. Dal prossimo anno, però, c’è il rischio che la crescita torni a essere più stentata al Sud rispetto al resto del Paese: nel 2025 il Mezzogiorno tornerà a crescere meno del Centro-Nord (+0,7% contro +1,0%), confermando questa tendenza nel 2026 (+0,8% contro 1,1%). Circa tre quarti della crescita del Pil del Mezzogiorno nel triennio è legata alla capacità di attuazione degli investimenti del Piano, a fronte di circa il 50% nel resto del Paese.
Perdita del potere d’acquisto più pesante al Sud
La ripresa del Sud ha riportato l’occupazione sui livelli di metà 2008 ma i salari reali sono crollati ed è cresciuta la povertà anche tra gli occupati, tanto: i lavoratori poveri sono 1,4 milioni, secondo i dati del rapporto Svimez 2024. Tra il quarto trimestre 2019 e la prima metà del 2024, i salari reali si sono ridotti del 5,7% al Sud e del 4,5% nel Centro-Nord, rispetto al -1,4% della media dell’eurozona. «Un vero e proprio crollo al Sud – si legge in una nota – causato da una più sostenuta dinamica dei prezzi e dai ritardi nei rinnovi contrattuali, in un mercato del lavoro che ha raggiunto livelli patologici di flessibilità».
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