Massa Carrara, 27 novembre 2024 – L’ombra della mafia nella vendita sospetta di un terreno a Palermo, che ha posizionato la lente di ingrandimento su un noto notaio della provincia. Il professionista è stato sanzionato dagli inquirenti per aver avallato una vendita fittizia senza rispettare le norme dell’antiriciclaggio (terreno sottoposto a sequestro preventivo). Alle prime luci dell’alba di ieri a Genova una vasta operazione antimafia condotta dalla Direzione investigativa antimafia locale, coadiuvata dai centri operativi Dia di Palermo, Milano e Torino. L’operazione, denominata “Gigante” nasce nei confronti di alcune società impegnate nella logistica, dai quali è emerso il rischio di infiltrazione mafiosa attraverso alcuni esponenti del mandamento Tommaso Natale di Palermo, motivo per cui le società sono state colpite da interdittive antimafia, emesse dalla Prefettura della Lanterna, nell’agosto e nel novembre 2022. Parallelamente, sono state svolte le indagini coordinate dalla Ddaa di Genova, culminate negli nei provvedimenti restrittivi per un imprenditore della logistica portuale, un dipendente di una ditta di spedizioni, un esponente di spicco della cosca mafiosa facente capo alla famiglia Lo Piccolo di Palermo, residente a Serra Riccò, nonché 3 cittadini sudamericani. Sotto la lente degli investigatori è finita la compravendita di un terreno in Palermo, che l’imprenditore ligure, in concorso con l’esponente mafioso, aveva intestato fittiziamente ad una sua società, affinché non fosse sottoposto al sequestro nell’ambito di una misura di prevenzione patrimoniale che aveva colpito in precedenza il soggetto palermitano. Per ottenere lo scopo, i due, avanti ad un notaio apuano, avevano simulato il trasferimento attraverso una vendita fittizia del terreno per una somma dichiarata di 30mila euro, valore di molto inferiore al reale. Il terreno era di importanza strategica per la famiglia mafiosa che avrebbe voluto trasformarne la destinazione d’uso da agrumeto a zona edificabile, così da introitare ingenti guadagni. Il terreno di 5000 metri quadrati è stato sottoposto a sequestro preventivo.
Contestualmente, le indagini hanno portato alla scoperta di 4 pistole ed oltre 500 proiettili, occultati in un container/shelter, in uso alla società logistica e nella disponibilità dell’imprenditore. L’uomo veniva filmato dalle telecamere posizionate dagli uomini della Dia mentre cercava di recuperare le armi. L’imprenditore è accusato di aver costituito un gruppo organizzato dedito al traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica. In particolare, gli indagati sono accusati di aver operato tramite l’utilizzo della società di logistica del medesimo, con la complicità di un dipendente di una società di spedizioni genovese, che avrebbe redatto la documentazione di copertura, e di alcuni cittadini sudamericani che avrebbero agevolato l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dall’Ecuador, già finanziati per oltre 600 mila euro, parte dei quali inviati in contanti ai fornitori attraverso canali di trasferimento illegali, gestiti da persone di nazionalità cinese residenti a Roma. I due carichi, attesi nel porto di Genova tra agosto 2022 e maggio 2023, non giungevano a destinazione per problematiche di imbarco nel porto di Guayaquil (Ecuador).
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