Entrerà in vigore il primo gennaio 2025 l’obbligo assicurativo per i danni catastrofali per le imprese, introdotto dalla Legge Finanziaria 2024. Tale obbligo riguarda le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, relativamente ai danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali (sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni) a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, iscritti a bilancio.
Il decreto prevede la proporzionalità delle polizze al diverso grado di rischio all’interno del territorio nazionale, ma prevede anche una politica di sconti legata alla capacità delle imprese nell’adottare misure di sicurezza idonee a prevenire e gestire al meglio i rischi e proteggere i beni assicurati.
Al contrario, è precisato che dell’inadempimento dell’obbligo di assicurazione da parte delle imprese si deve tener conto nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di calamità naturali, mentre gli immobili abusivi non possono essere assicurati. Neppure risulta ancora pubblicato il decreto ministeriale che dovrebbe individuare ulteriori modalità operative dei contratti assicurativi in questione, compresa la definizione degli eventi suscettibili di indennizzo.
«Da tempo Confindustria, non solo ha contestato alcuni aspetti della norma, ma ha proposto un emendamento alla Legge di Bilancio di quest’anno per ottenere almeno una proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo» ricorda Pier Francesco Corcione, direttore dell’Unione Industriale Biellese. «Ad oggi, però, l’obbligo risulta confermato.Si tratta dell’ennesimo onere a carico delle imprese. In pratica, viene scaricato sulle aziende il costo di coprire i rischi dei danni causati da eventi catastrofici, cioè frane, sismi, alluvioni che, a volte, dipendono o sono aggravati dall’incuria pubblica. Non solo, a peggiorare il peso di questo obbligo sulle imprese, sono anche le conseguenze per le aziende che non dovessero assicurarsi. In sede di eventi negativi, infatti, rischiano di non poter accedere a rimborsi e ristori da parte dello Stato o di altri enti pubblici, oltre al rischio di esclusione dall’ottenimento di contributi pubblici anche sotto forma di finanza agevolata. Di più, si profila anche il rischio che il sistema bancario valuti la mancata assicurazione come un implicito aumento esponenziale della rischiosità aziendale con conseguente stretta sul credito. Per tutte queste ragioni è essenziale una modifica del decreto sulle polizze catastrofali obbligatorie per le imprese».
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