Nella Legge di Bilancio 2025 è prevista la proroga di Opzione Donna. Il Governo Meloni recependo le istanze di numerose categorie sindacali e sociali che ne chiedevano il mantenimento ha deciso di confermate tale canale di pensionamento anticipato anche per il 2025. La proroga prevede la possibilità per le donne che rispettano determinati requisiti di accedere a questo strumento, garantendo quindi un ulteriore anno di applicazione della misura.
Rimangono tuttavia i paletti stringenti per poter usufruire del regime, che includono un’età minima e un determinato numero di anni di contributi versati, oltre all’obbligo del calcolo contributivo.
Opzione Donna
La Legge di bilancio 2025 conferma Opzione Donna riprendendo le novità che erano state introdotte dalla precedente Manovra.
Da qui, per sfruttare la chance di pensionamento anticipato con Opzione Donna 2025 sono richiesti:
- un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e
- un’età anagrafica di almeno 61 anni.
Il requisito anagrafico è ridotto di un anno per figlio nel limite massimo di due anni. Dunque con due figli ad esempio la lavoratrice potrà andare in pensione a 59 anni.
L’abbattimento dell’età anagrafica di due anni si applica anche alle lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Anche in assenza di figli.
Tuttavia non bastano i suddetti requisiti. Infatti, la legge richiede che la lavoratrice si trovi in una delle seguenti condizioni: caregivers, invalidi 74%, dipendenti o licenziate da aziende con tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
Per Opzione Donna non bastano i requisiti anagrafici e contributivi
Le lavoratrici, in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi, possono accedere alla pensione anticipata Opzione donna nel caso in cui si trovino in almeno una delle seguenti condizioni:
- assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 1992/104, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;
- hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- sono lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Il tavolo di confronto deve essere attivo alla data del 1° gennaio 2023 ovvero deve essere stato attivato in data successiva.
Nel rispetto di queste condizioni si può sfruttare Opzione Donna.
Opzione Donna. La formula 59+35 per andare in pensione nel 2025
Nella Legge di bilancio c’è la proroga di Opzione Donna anche per il 2025. Dunque anche il prossimo anno c’è chi potrà andare in pensione anticipata grazie a questa misura. Nella Manovra si parla anche di
pensioni 2025 con 20 anni di contributi.
Detto ciò, i suddetti requisiti anagrafici e contributivi devono risultare soddisfatti alla data del 31 dicembre 2024. Poco importa se poi si andrà effettivamente in pensione nel 2025.
Ecco perchè nel titolo del nostro approfondimento parliamo della formula 59+35 per andare in pensione nel 2025. E’ ammesso anche il riscatto laurea per Opzione Donna.
Poi entreranno in gioco le c.d. finestre mobili. Facciamo riferimento al tempo che intercorre tra la maturazione dei requisiti per la pensione e l’effettiva percezione dell’assegno.
Per Opzione Donna le finestre mobili sono così individuate:
- 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per i lavoratori dipendenti;
- 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per i lavoratori autonomi.
Poi ci sono altri aspetti negativi da considerare.
Con Opzione donna, la pensione è liquidata esclusivamente con le regole di calcolo del sistema contributivo di cui al decreto legislativo 180/1997. Ciò comporta un bel taglio sull’assegno pensionistico.
Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata. Fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico (Fonte Inps).
Ulteriore aspetto da considerare è quello che riguarda il cumulo dei contributi.
Infatti, laddove i contributi sono maturati in gestioni previdenziali diverse tra loro, non è possibile ricorrere al c.d cumulo gratuito. E’ ammessa la sola e onerosa via della ricongiunzione dei contributi, ex lege 29/1979. Inoltre, non rileva la contribuzione versata alla gestione separata.
Riassumendo…
- Proroga Opzione Donna nella Legge di Bilancio 2025: Opzione Donna sarà prorogata anche per il 2025.
- Requisiti di base: per accedere a Opzione Donna è necessario un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età minima di 61 anni, ridotta fino a 59 anni in presenza di due figli o per lavoratrici licenziate da imprese in crisi.
- Condizioni aggiuntive: oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, la lavoratrice deve trovarsi in specifiche situazioni, come essere caregiver, avere un’invalidità minima del 74%, o essere dipendente/licenziata da un’azienda in crisi con tavolo di confronto attivo.
- Penalizzazioni e calcolo contributivo: La pensione con Opzione Donna viene calcolata interamente con il metodo contributivo;
- Finestre mobili: l’erogazione della pensione è soggetta a finestre mobili di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.
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