La Liguria è in ritardo sulla regolarizzazione degli affitti brevi: a pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo decreto legge, previsto per il 1° gennaio 2025, il 44% delle strutture destinate alla locazione turistica in Regione non ha ancora richiesto il Codice identificativo nazionale (Cin). Secondo i dati del Ministero del Turismo, su oltre 41.800 strutture registrate nel territorio ligure, più di 18 mila sono ancora prive del codice obbligatorio, mettendo in difficoltà sia i proprietari che le autorità locali.
A Genova il 38% delle strutture ancora non in regola
La situazione più critica si registra a Savona, dove ben il 54% delle strutture non è ancora in regola mentre a Genova sono il 38% le realtà che devono ancora ottenere il codice identificativo nazionale.
Questo ritardo rischia di esporre i proprietari a pesanti sanzioni a partire dal primo gennaio 2025, quando la normativa sul codice identificativo entrerà in vigore. Le sanzioni variano da 800 a 8.000 euro per l’assenza del Cin, oltre a multe da 500 a 5.000 euro per la mancata esposizione del codice all’esterno della struttura.
Le nuove norme in vigore dal 2025
Il Decreto Anticipi (Decreto legge 155/2024) ha introdotto nuove norme per la lotta all’abusivismo e al sommerso nel comparto turismo che prevedono, tra le altre cose, anche l’istituzione di un codice nazionale di identificazione delle strutture ricettive.
Finora, infatti, le strutture ricettive turistiche erano obbligate ad avere il Cir (Codice identificativo regionale) che, essendo disciplinato da regolamenti regionali, ha creato grandi disomogeneità sul territorio nazionale. Con il Cin, il Ministero del turismo vuole uniformare i criteri di assegnazione del codice identificativo e le regole stesse di assegnazione.
Il nuovo decreto prevede che tutte le unità immobiliari destinate alla locazione turistica siano munite del nuovo codice che dovrà essere registrato presso il Comune, esposto all’esterno della struttura e indicato in ogni annuncio, sia su carta stampata che online.
La Liguria è tra le peggiori in Italia, peggio fanno solo il Friuli Venezia Giulia, con il 60% delle strutture ancora prive di Cin, e le Marche con il 45% di strutture irregolari. Tra le regioni più virtuose spicca invece la Basilicata, dove l’84% delle strutture è già in regola, seguita dal Trentino-Alto Adige e dalla Valle d’Aosta con il 74%.
Con l’entrata in vigore delle nuove normative, si punta a garantire maggiore sicurezza per i turisti e una migliore regolamentazione del settore degli affitti brevi, spesso al centro di polemiche per la scarsa trasparenza e il mancato rispetto delle norme vigenti.
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