Non più il 30 novembre, ma gli inizi del prossimo anno, con ogni probabilità il 10 gennaio. Sarà questa la nuova deadline per presentare le decisive offerte vincolanti per l’acquisizione degli impianti di Acciaierie d’Italia, compreso lo stabilimento siderurgico di Taranto.
L’indiscrezione, più che fondata, è di MF-Milano Finanza: “Nel bando di vendita era infatti indicato il 30 novembre come ultimo giorno a disposizione dei player per inviare le binding offers. Ma la data probabilmente slitterà alla prima decade di gennaio su richiesta degli stessi offerenti. I motivi sarebbero legati alla complessità della formulazione dell’offerta e al poco tempo disponibile per esaminare il dossier” si legge sul sito.
Sicuramente al Mimit, il Ministero delle Imprese e Made in Italy, la decisione della conglobata ucraina Metinvest di non partecipare al bando per Taranto ha fatto storcere il naso, anche se l’impegno su Piombino dell’azienda guidata da Yuriy Ryzhenkov è considerato un passo avanti nell’ottica dell’industria siderurgica nazionale. Al momento, con i canadesi di Stelco in posizione defilata, sono gli indiani di Vulcan Green Steel e gli azeri di Baku Steel Company i due competitor in corsa per l’ex Ilva.
Ieri incontro al Ministero: “Un bollettino di guerra”
“È stato un confronto positivo e costruttivo. Ora, più che mai, è importante andare tutti nella stessa direzione, rimanendo coesi come Sistema Paese in un momento di radicale cambiamento per l’Europa”. Così il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio a Palazzo Piacentini, volto a presentare ai sindacati metalmeccanici l’iniziativa italiana di revisione dei regolamenti europei nei settori dell’auto e della siderurgia.
Al centro del confronto i contenuti del non-paper sull’automotive promosso dall’Italia e dalla Repubblica Ceca che propone di anticipare a inizio 2025 l’attivazione della clausola di revisione del regolamento europeo sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri. Urso ha ricordato che a oggi il documento, accolto con positività dai sindacati metalmeccanici, “è già stato sottoscritto da 7 paesi e altri si aggiungeranno nelle prossime ore”.
Il non paper, che verrà presentato al prossimo Consiglio Competitività in programma il 28 novembre a Bruxelles, porrà alcune condizioni fondamentali come: l’istituzione di un fondo per la filiera e per i consumatori che acquistano vetture elettriche prodotte in Europa; l’adozione della piena neutralità tecnologica, riconoscendo un ruolo importante ai biofuels, agli e-fuels e all’idrogeno; l’avvio di una strategia per l’autonomia europea nella produzione di batterie, utilizzando materie prime critiche estratte e lavorate nel continente.
“Abbiamo davanti a noi un bollettino di guerra, con chiusure e la rinuncia a progetti da parte dei costruttori. Dobbiamo intervenire subito cambiando la politica industriale europea affinché sia sostenibile per le imprese e il lavoro europeo di fronte alla concorrenza, a volte sleale di altri attori di altri continenti”, ha aggiunto il Ministro.
Per quanto riguarda la siderurgia, il Ministro ha evidenziato ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali del comparto metalmeccanico che, dopo il non paper sull’auto, verrà proposto un analogo documento per rivedere le regole del Cbam, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. L’obiettivo è quello di mantenere sostenibile il percorso delle industrie energivore verso la transizione green. Sul punto, Urso ha sottolineato che il documento è pronto e che l’Italia è già in contatto con diversi Paesi Ue per raggiungere una massima condivisione sulla proposta.
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