Biella capitale della storia del lavoro. Per ora solo in occasione della due giorni in cui si sviluppa “La città del lavoro”, il primo festival organizzato dal Centro di documentazione ospitata dalla locale Cgil, ma l’ambizione è far diventare l’appuntamento di venerdì 29 e sabato 30 novembre una realtà permanente di riflessione e di confronto tra studiosi e cittadini.
Lo spiega bene la direttrice del Centro studi, forte di un patrimonio di 800 metri lineari di archivio documentario, 40 mila volumi, 15 mila fotografie, 2.500 manifesti, 200 bandiere, mille ore di interviste audio e video e oltre 1300 titoli di periodici. “Si tratta di un’idea ambiziosa e impegnativa – argomenta Barbara Caneparo -. Per quarant’anni abbiamo raccolto documenti, fotografie, testi e molto altro. Ora abbiamo pensato di mettere quanto in nostro possesso in condivisione con la città e il territorio, che sul lavoro hanno costruito un pezzo importante della propria identità, per ragionare e discutere di contemporaneità e di futuro”.
Ecco perché gli appuntamenti del fine settimana toccheranno diversi spazi del Biellese: biblioteca civica di Biella, sede universitaria di Città Studi e auditorium della Fondazione Sella. “Un chiaro segnale di apertura, di dialogo e di volontà di confronto con tutti” chiosa ancora Caneparo.
“Come qualsiasi città ideale, anche la città del lavoro è un’utopia – riflette Fabrizio Loreto, docente all’Università di Torino e direttore del festival denominato, non a caso, ‘La città del lavoro’ -. Un’impresa molto difficile da realizzare, ma non impossibile. Perché la storia delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso il racconto e l’analisi delle fatiche quotidiane così come delle occasioni di riscatto, individuale e collettivo, che si sono succedute nel corso del tempo, continua a restare decisiva per porsi le domande giuste nel tempo presente. E anche per provare a guardare al futuro con rinnovata fiducia”.
Il festival è strutturato, anche, in modo innovativo, per cui oltre a conferenze, dibattiti e tavole rotonde, sono previsti momenti di approfondimento attraverso podcast, visite guidate tramite app ed esperienze con videogiochi. Docenti universitari, ricercatori ed esperti, quindi, proporranno ricostruzioni ludiche dell’autunno caldo e rappresentazioni della Resistenza e degli scioperi operai del 1943 anche attraverso giochi da tavolo. Un evento quindi aperto a tutti.
Il programma dettagliato è scaricabile da www.cdsbi.it
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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