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No di Cisl allo sciopero del 29 novembre: «meglio il dialogo» #finsubito prestito immediato


Nella manovra finanziaria nazionale «obiettivi raggiunti ed elementi da correggere»

Cisl annuncia di non aderire allo sciopero generale del 29 novembre contro la manovra finanziaria nazionale. «Siamo consapevoli – spiega il sindacato in una nota diffusa dalla Cisl Valle d’Aosta – che lo sciopero è lo strumento più nobile di cui disponga il sindacato per portare avanti le proprie rivendicazioni ma è anche il più radicale; in questa fase, riteniamo che utilizzarlo in modo automatico e ideologico porti ad un suo indebolimento».

Secondo il sindacato servono «maggiore unità e corresponsabilità» ed è per questo che Cisl, si legge in una nota, ha deciso di seguire la «linea del dialogo che ha consentito di raggiungere alcuni risultati anche se permangono elementi da correggere».

Il sindacato si concentra sugli «obiettivi raggiunti. Va, infatti, sottolineato che ben l’85% dei 24 miliardi individuati vertono su misure di coesione sociale, incentivi e sostegni fiscali al lavoro, alle pensioni e alle famiglie medie e popolari». La nota inoltre evidenzia il taglio strutturale del cuneo e all’accorpamento delle aliquote per i primi scaglioni Irpef, al ripristino della piena indicizzazione delle pensioni, il sostegno a famiglia e natalità, la detassazione dei premi di risultato, le risorse per i contratti pubblici e «l’aumento delle risorse sulla sanità che pure vanno ulteriormente incrementate».

Tra gli aspetti valutati da Cisl in modo negativo ci sono le pensioni. «Consideriamo sbagliata e irricevibile l’operazione di stringere le maglie alle quote 103, così come ridurre aliquote e rendimenti per i lavoratori pubblici della sanità, degli enti locali, del comparto insegnanti. Non siamo d’accordo sull’incremento dell’importo minimo per l’anticipo della pensione contributiva da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale e sulle restrizioni di accesso ad Ape Sociale e Opzione Donna. Sul piano fiscale rivendichiamo la detassazione delle tredicesime per lavoratori e pensionati e abbiamo chiesto di rafforzare ulteriormente le dotazioni economiche per pubblico impiego e sanità». Cisl valuta inoltre «fondamentale» l’abbassamento dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% per il ceto medio.

«Riteniamo che per arrivare a traguardi concreti e duraturi – conclude il sindacato – non serva incendiare lo scontro in modo generalizzato ed evidenziamo che la manovra presenta alcune migliorie rispetto a quella di un mese fa: merito del confronto responsabile e costruttivo avviato con la controparte».

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Clara Rossi

 

 





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