Milano – Da lontano, a cantiere ancora in corso, sembra un moderno Colosseo. Il colpo d’occhio fa una certa impressione. Ma non siamo a Roma, ma nel quartiere Santa Giulia, periferia sud-est di Milano, dove 300 operai lavorano ogni giorno per realizzare la nuova Arena da 16 mila posti che ospiterà le partite di hockey su ghiaccio maschile alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. Certo, la forma ellittica richiama proprio le antiche arene dell’Impero Romano, ma il PalaItalia (il nome indicato nel dossier olimpico), quando sarà pronto – la fine dei lavori è prevista il 15 dicembre 2025, tra poco più di un anno – apparirà come un impianto modernissimo, con tre anelli esterni capaci di proiettare immagini e scritte ad altissima definizione. Insomma, un Colosseo 2.0.
Il progetto dell’Arena di Cts Eventim, multinazionale tedesca specializzata nella realizzazione e nella gestione di impianti per gli spettacoli dal vivo, è firmato da due studi americani: David Chipperfield Architects e – novità delle ultime settimane, per sky lounge e interior design – Populous. Sì, quest’ultimo è lo stesso studio di architetti che ha ideato “La Cattedrale“, il progetto del nuovo stadio a San Siro accantonato da Milan e Inter. Il progetto dell’Arena Santa Giulia, dopo un anno esatto dalla posa della prima pietra, sta diventando realtà. Nella “pancia“ del cantiere, visitato ieri mattina, la struttura del nuovo palazzetto è ormai definita. E si intravede già chiaramente anche l’area della piazza aperta al pubblico, grande 12 mila metri quadrati su una superficie complessiva dell’area Arena di 83.500 mq.
Una piazza che sta tra il palazzetto e il parcheggio alto sette piani che potrà contenere fino a 2.750 auto. Leander Bulst, architetto dello studio Chipperfield, racconta durante il sopralluogo che il silos è stato concepito in maniera tale da poter essere riconvertito in uffici, in futuro, “quando magari non ci sarà più bisogno delle auto per raggiungere l’Arena”. Progetto a parte, restano i nodi dei tempi e dei costi, anzi degli extracosti. Quanto alla scadenza olimpica – la cerimonia di inaugurazione è fissata il 6 febbraio 2026 allo stadio di San Siro – abbiamo già indicato che la fine dei lavori è prevista il 15 dicembre 2025, anche se entro il 31 ottobre 2025 Cts Eventim dovrà mostrare un PalaItalia sostanzialmente completato, perché il Comitato olimpico internazionale (Cio) ha tempi prefissati per avviare il collaudo del nuovo impianto in vista dei Giochi invernali.
Quanto ai costi, le ultime cifre note indicano una spesa iniziale stimata di 180 milioni di euro, lievitata di una cifra che oscilla tra i 70 e 90 milioni di euro, a causa dell’aumento del costo della materie prime e dell’energia e dell’accelerazione resa obbligatoria per rispettare la scadenza olimpica. Il costo finale, dunque, dovrebbe essere di circa 270 milioni di euro. Il condizionale, però, è d’obbligo. Klaus Peter Schulenberg, amministratore delegato di Cts Eventim, non fornisce cifre ma conferma che “il nuovo palazzetto sarà molto più costoso rispetto alla stima iniziale. La cifra finale? Siamo lontani dall’annunciare quale sarà la spesa finale”. Lo Stato aiuterà il privato a coprire gli extracosti? Schulenberg afferma che “è in atto un confronto su questo aspetto con il Governo e con il Comune di Milano. Noi stiamo costruendo questa arena in un tempo molto limitato (per arrivare in tempo alle Olimpiadi 2026, ndr) e ciò comporta un aumento dei costi. Ottimista sul contributo da parte dello Stato? Generalmente sono ottimista, specialmente quando sono nel vostro bellissimo Paese”.
Il PalaItalia è stato progetto in primis per ospitare concerti, il core business di Cts Events. Lo spettatore più distante sarà a 90 metri dal palco e il parterre si potrà allargare o restringere a seconda del tipo di evento. Silvia Prandelli di Populous Italia spiega che “all’interno dell’Arena Santa Giulia ci saranno spazi per mangiare e bere, anche prima e dopo lo show o l’evento sportivo, e per ascoltare micro-concerti in spazi più raccolti, come allo Speakeasy Stage”. Non è un mistero che l’Arena Santa Giulia sarà olimpica ma non è stata costruita principalmente per ospitare l’hockey su ghiaccio, anche perché attualmente Milano non ha nessuna squadra di alto livello. Giammichele Melis di Arup conferma che “la configurazione dell’arena per l’hockey è solo temporanea”. Tanto che è stata chiesta una deroga al Cio per far ospitare le gare di hockey a Santa Giulia. E un’altra deroga è stata concessa perché la pista di ghiaccio per il riscaldamento degli atleti non sarà all’interno del nuovo palazzetto, ma in una struttura temporanea posizionata nell’area limitrofa dove, dopo il 2026, sorgerà un supermercato Esselunga. Intorno all’area già si vede via Toledo, che per ora è in terra battuta: consentirà di entrare nel parcheggio del nuovo palazzetto e nella parte nord del quartiere.
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