Da sabato 30 novembre 2024 a domenica 26 gennaio 2025, alla galleria GULLIarte di Savona (via Nostra Signora dell’Olmo 5/7/9) è visitabile la mostra Quando la banda passò, l’ereditá artistica del Novecento, con una retrospettiva di pittura del Maestro Gigi Caldanzano.
”Quando guardo i quadri di Gigi Caldanzano mi chiedo sempre se la Savona che racconta sia quella vera, oppure se sia il frutto della sua immaginazione. Mi chiedo, in definitiva, se Caldanzano sia un pittore del reale o del sogno. Poi arrivo sempre alla stessa conclusione: Caldanzano, come tutti i poeti autentici, trasfigura la realtà, la ricrea con i suoi pennelli e i suoi colori, la restituisce con i suoi bellissimi dipinti.
Savona era una città che respirava musica, che si nutriva di musica. Allora come oggi. E questa mostra testimonia questa infinita passione che riguarda, nelle storie di Caldanzano, più il popolo che le élite…
…Questa esposizione – magnifica per ricchezza di opere e originalità – credo confermi quanto ho cercato di dire. Con varianti stilistiche formidabili – Caldanzano passa agevolmente dal Picasso del periodo blu alle atmosfere oniriche di Chagall, transitando per l’Espressionismo tedesco e il mai dimenticato Mino Maccari, solo per fare qualche esempio – Caldanzano, dicevo, lo fa restando sempre riconoscibile. Restando sempre Caldanzano…
…Ricordo il suo studio di via San Lorenzo, luogo magico e pieno di storia; le tele ordinate per bene sopra gli scaffali, quasi fossero i libri di una biblioteca dell’anima. E quella appoggiata al cavalletto ancora da finire. E, ancora, la sua tavolozza, i pennelli e il suo camice bianco che indossava con l’eleganza di un uomo d’altri tempi.
Perché così Caldanzano voleva essere. Era vecchio ma visse ancora molti anni dopo quell’incontro che fu per me, giovane giornalista del “Secolo XIX”, una delle esperienze più belle di quei tempi gloriosi per il quotidiano. Caldanzano, quel giorno, seppe con pochi gesti e qualche parola, raccontare la sua lunga vicenda artistica. Ricordo quando si avvicinò ad uno scaffale e sfilò la tela con le torri medievali di Savona quasi piegate da un vortice futurista. Poi si lasciò andare ai ricordi, di quando incontrò Filippo Tommaso Marinetti, nell’annus horribilis 1943, in occasione della mostra futurista di Savona nella quale il quadro, che aveva tra le mani, era stato esposto. E del suo colloquio con Marinetti e di quella incredibile e imprevedibile raccomandazione finale, pronunciata con paternacondiscendenza dal poeta di Zang Tumb Tumb: «Dimenticati del Futurismo». Marinetti sarebbe partito qualche giorno dopo per Salò. Morirà l’anno dopo a Bellagio, sul lago di Como.
Caldanzano aveva 22 anni. E doveva ricominciare tutto da capo. Il giovane pittore prese in parola Marinetti. E quel giorno, probabilmente, con l’addio al Futurismo, nasceva un poeta che ci avrebbe accompagnato per tanti anni a venire”.
Orari: dalle 11.30 alle 19.30. Chiuso il lunedì mattina. Per info: 347 8055044.
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